
Risposte (anche inattese) dei singoli e del gruppo: cosa lascia Juventus-Milan
La vittoria della Juve è stata necessaria, non solo per la mancanza di successi recenti, ma anche per come è maturata, con la speranza che sia la svolta che si stava cercando. I bianconeri devono ritrovare fiducia, e questa partita ha dato diverse risposte, anche inaspettate, che possono (e devono) rivelarsi carte fondamentali per il futuro.

Juventus, le risposte dalla vittoria contro il Milan
In generale, è stata una grande prestazione da parte del gruppo intero, che non ha mai davvero sofferto il Milan se non in poche occasioni, prontamente respinte. Questa è esattamente la gara che serviva alla Juve in questo momento, in cui anche le buone partite non riuscivano a essere svoltate, vedi Bergamo.
E dopo ieri sera, quella parola che ha tanto riecheggiato intorno all'ambiente bianconero assume contorni diversi, più vicini e meno amari: ripartire. Già, perché è lecito aspettarsi che la vittoria di ieri non sia un caso isolato, ma il vero punto di ripartenza. E allora da cosa, e soprattutto da chi si riparte? Scopriamolo nella gallery dedicata.

MBANGULA: non può che essere lui l'esempio lampante delle sliding doors. Perché Mbangula non è di certo l'uomo di riferimento per questa Juve, e non può esserlo per diverse ragioni. Può però essere una soluzione senza dubbio utile e importante per Thiago Motta, e la partita di ieri non è un caso isolato, ma il proseguimento di una scia (ri)cominciata proprio contro il Milan, ma a Riyadh. Le voci di mercato ora sembrano più lontane, e Mbangula ha dimostrato di voler essere parte integrante di questo progetto.

WEAH: come per Mbangula, la sua risposta va oltre al gol. Perché nasce da inizio stagione, quando la sua posizione all'interno di questa squadra è dubbia, messa anche in ombra dalle tante aspettative. E poi? Poi c'è la svolta. E Weah è parte integrante. Lo statunitense sta vivendo fin qui la sua migliore annata, come confermato dai numeri, e il gol e la prestazione di ieri hanno ricordato che il suo apporto è fondamentale, e forse il suo infortunio lo aveva, almeno in parte, fatto scivolare in secondo piano.

LOCATELLI: probabilmente è la risposta migliore da quando è cominciata l'era Motta. Il numero 5 è rinato in questa stagione, e non si è mai nascosto, neanche quando la barca ha vacillato più forte delle altre volte, come a Riyadh. Mettersi al lavoro e faticare, il messaggio di Locatelli è stato questo fin da inizio anno. E i risultati stanno pagando. Il centrocampista è sempre più leader.

THIAGO MOTTA: la vittoria arriva anche e in gran parte dalle sue scelte. Già, perché non esita a mandare in campo Weah per Yildiz e allo statunitense ci mette 20 minuti a fare gol. Perché dà fiducia a Mbangula, rimasto per tanto tempo un'incognita anche in ottica mercato. Perché sostiene sempre e comunque la squadra, e l'esultanza sul primo gol racconta tanto della necessità di questa vittoria in un momento difficile. La Juventus ha bisogno del carattere, e tutto ciò passa inevitabilmente anche da Thiago Motta.

IL GRUPPO: questa vittoria serviva davvero, soprattutto per dimostrare ciò che era mancato nelle scorse partite: il carattere. E ciò non significa giocare costantemente con l'aggressività dei primi minuti, ma anche controllare le partite e gestire il vantaggio, un aspetto che alla Juve, fin qui, è mancato tante volte. La risposta collettiva è la più importante, e i bianconeri devono ripartire proprio da questo atteggiamento.
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