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    Juventus, quale progetto? Nessun insegnamento, solo errori

    Juventus, quale progetto? Nessun insegnamento, solo errori

    • Marco Amato
    Un continuo deja-vù, un incubo senza fine, spiragli di luce? No, non se ne vedono. La sconfitta della Juventus in Supercoppa, contro un Milan smarrito e alla ricerca di sé stesso, non è giustificabile. Ma è una sentenza: quale progetto? Ad oggi non c’è traccia.
     

    Juventus, non è cambiato nulla

     
    Una sentenza perché, soprattutto, non è cambiato nulla, non cambia nulla. È bastato qualche mese a cancellare l’entusiasmo estivo: una serie di pareggi quasi senza fine e questa sconfitta, bruciante, difficile da spiegare.
     
    E non cambia davvero nulla. Ancora una volta, come già successo, la serata si apre con un infortunio, quello di Conceicao. Si apre con scelte di formazione che lasciano il dubbio, a meno che la spiegazione non sia tra le pieghe delle parole di Giuntoli nel pre partita: Thiago Motta pensava già alla finale? La speranza è che, almeno, la  giustificazione non sia questa. E per continuare con i deja-vù: squadra debole mentalmente, squadra che smette di attaccare ed essere pericolosa dopo il goal – la speranza è che questo fosse un capitolo relegato alla memoria della passata stagione -, squadra che finisce la partita, dopo i cambi, senza un attaccante di ruolo.
     
    Solitamente, dopo una sconfitta così bruciante, la speranza è che si impari e si possa andare avanti con speranza. Ad oggi, però, questa Juventus non ha imparato nulla e di speranza ce n’è veramente poca. Regna la paura: in campo e, dopo questa sera, anche fuori.
     

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