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    La rabbia di Motta è l'immagine del momento: la Juve è il primo nemico di sé

    La rabbia di Motta è l'immagine del momento: la Juve è il primo nemico di sé

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
      Cristiano Corbo, inviato a Torino
    E' il riflesso del momento. Lo specchio di tutto quello che è la Juventus. La forza persino di dominare, ma non di vincere. Che nervi. E che sfortuna. E che ingenui. Vale tutto, quando non si arriva all'uva. Ma non è quest'ultima a essere acerba, semmai è il gruppo di Thiago. Che ancora una volta inizia bene, alza i giri, trova il gol, quindi crolla, prova a ricalibrarsi, e non acciuffa il premio finale. Sembra un gioco, e in fondo lo è. Solo che non piace al tecnico, adesso bloccato dall'inconcludenza della squadra. E dalle assenze. Maledette assenze. 

    Thiago Motta in Torino-Juventus


    Dev'essere stato abbastanza snervante per Motta ritrovarsi alle spalle ancora una volta così poche soluzioni. Proprio per questo c'era bisogno di lui, delle sue scelte, della guida alla squadra. Dell'abilità - che pur possiede - di raddrizzare la partita in corsa. E invece no, si è perso in un bicchiere di rabbia, aizzato dall'ira di Vanoli in uno scontro da prima categoria. Peccato. 

    Ma cosa l'ha fatto scattare così tanto? Molto probabilmente, qualche parola di troppo volata dalla panchina del Toro, a cui Thiago ha voluto rispondere in prima persona, digrignando i denti. E' stato l'unico attacco della serata, prima di rifugiarsi nuovamente in un gioco di difesa, almeno davanti alle telecamere. Davanti ai troppi pareggi, ha risposto con le sole due sconfitte. Basteranno? No, a nessuno. Nemmeno a lui.

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