
Da Szczesny a Danilo, i leader c'erano ma la Juve li ha salutati: e adesso Thiago parla di 'carattere'...
Gli errori individuali, i cambi, l'utilizzo di alcuni giocatori, i goal subiti, le difficoltà a produrre con continuità e molti altri temi possono essere analizzati per provare a raccontare la situazione attuale della Juventus o intercettare ciò che non sta funzionando come dovrebbe. Thiago Motta però, a caldo, nel post partita di Supercoppa, ha incentrato la discussione su un aspetto specifico, quello caratteriale.
Juventus senza carattere? Sono andati via i leader
"Cos'è la cosa che non riesci a far entrare in testa ai tuoi giocatori? C'è qualcosa di cui non sei ancora soddisfatto?", questa la domanda a cui Motta non ha risposto parlando di questioni tattiche o tecniche. "Nel carattere dobbiamo migliorare", la frase usata da Motta, che ha aggiunto: "Non siamo riusciti a reagire agli episodi". Un punto di vista assolutamente coerente con ciò che è successo sul campo, dove è bastato un rigore per mandare la Juve fuori giri prima di tutto dal punto di vista mentale e poi di conseguenza anche tattico. Qui si apre però un altro grande tema, perché la Juventus non ha abbastanza carattere?
La squadra è giovane, come l'allenatore, al primo anno in una big. Ma questa non può essere una giustificazione. Questi due aspetti, incontrovertibili, dovevano anzi portare il club a fare alcune scelte che avrebbero aiutato a gestire momenti così. Ovvero tenersi in casa qualcuno della vecchia guarda, riconosciuto come leader nello spogliatoio. Non per riconoscenza, non per posticipare la fine di un ciclo, ma per fare prima di tutto un favore alla "nuova" Juve, a quei giocatori che per la prima volta quest'anno hanno tutto il peso di un club grande come la Juventus. Ma anche per fare un favore allo stessa guida tecnica e dirigenziale.
Il concetto è generale, ma entrando nello specifico, i primi nomi che vengono in mente portano a Szczesny e Danilo. Uno era il capitano della Juve, ormai da anni in squadra. E l'altro, uno di quelli che nelle situazioni più complicate da gestire, andava ai microfoni e con una lucidità unica analizzava ciò che stava accadendo. No, non era un caso che spesso ci fosse il portiere polacco a parlare nei post partita più delicati.
Senza dover ricorrere ad altri esempi, che comunque ci sarebbero, il dubbio è che al di là delle questioni economiche e delle scelte tecniche, ci sia stata troppa fretta e "spensieratezza" nel salutare alcuni giocatori. Ha ragione Thiago, a questa squadra manca - anche - il carattere. Ma ci si può sorprendere davvero o era prevedibile? Attenzione perché le scelte "forti", fatte in estate e negli ultimi giorni, non sempre sono sinonimo di avere la situazione sotto controllo, anzi, possono nascondere altre mancanze.
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