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Caso Ultras Inter, la risposta di Marotta: 'Stiamo collaborando, manca cultura sconfitta'
COLLABORAZIONE - "Noi ci siamo messi a disposizione e stiamo collaborando al fine di debellare questo fenomeno che è straordinario in negativo. È difficile contrastare un certo tipo di violenza quando questa è consumata da 400 persone. Io credo che sia un fatto culturale, bisogna lavorare fin da quando si è alle elementari e far capire che il calcio appassiona e coinvolge. Oggi manca la cultura della sconfitta. Spesso gli atti violenti si consumano quando si perde. E la violenza non si consuma solo nei grandi stadi, ma anche nei piccoli campi di provincia. In questo periodo per esempio le vittime sono i giovani arbitri delle categorie inferiori. Io credo che bisogna saper accettare la sconfitta, tutto qui".
CULTURA SCONFITTA - "Se si perde gli avversari sono stati più bravi. C'è rammarico, ma questi processi fanno del male, anche perché poi quando si parla di grandi club e di grandi partite c’è un concetto di emulazione. I nostri figli vedono queste immagini e ne assumono dei valori sbagliati, diseducativi. Dobbiamo debellarli".
CONTATTI ULTRAS-CALCIATORI - "Si può e si deve fare molto di più, però già oggi esistono figure all’interno del sistema, e mi riferisco allo SLO della Legge Maroni, che aiutano nel garantire una certa trasparenza. Noi come società possiamo fare qualcosa acculturando i nostri giocatori al rispetto delle leggi dello Stato e della giustizia Sportiva. Durante l’anno svolgiamo lezioni in cui spieghiamo questo ai nostri calciatori, anche grazie alla collaborazione delle autorità di polizia, ma controllare la vita privata è più difficile".
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