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    La Juventus Women saluta la Champions League, ma da Londra c'è anche qualcosa di 'positivo'

    La Juventus Women saluta la Champions League, ma da Londra c'è anche qualcosa di 'positivo'

    • Miriana Cardinale, inviata a Londra
    Rammarico, delusione, forse beffa sarebbe il termine giusto. La Juventus Women voleva dimostrare di non essere la squadra dell'andata e questo lo ha certamente dimostrato. Una cornice clamorosa quella dell'Emirates, una di quelle che fanno venire i brividi e non per gli zero gradi sul termometro e per il gelido vento londinese. I brividi per i dieci mila tifosi dell'Arsenal, per l'atmosfera: le bandiere sventolano, i tifosi si assiepano fuori dallo stadio già due ore prima del calcio d'inizio, ognuno con la maglia di una giocatrice, non così usuale parlando di calcio femminile ed essendo abituati alle cornici italiane. 

    Bianconere che riescono a tenere la sfida sullo 0-0 fino al novantesimo. Una bella occasione finisce sui piedi di Caruso che non imprime potenza. Peccato. 
    La Juventus però sembra crescere partita dopo partita e questo è certamente un bel segnale. Canzi lo dice chiaramente però: il gap fisico è evidente a livello strutturale. A livello tattico le bianconere sono apparse decisamente più organizzate della sfida di andata e questo è ciò che di positivo ci si porta a casa dall'Emirates, oltre a tante istantanee impresse nella mente. 
    L'ultima però è quella che fa più male ed è quella del capitano della Juventus Women Arianna Caruso piegata sulle gambe al triplice fischio, con lo sguardo perso. Chissà a cosa avrà pensato, forse a quel occasione non concretizzata (in cui vanno comunque dati i meriti al portiere delle inglesi).  

    La Juventus Women che aveva asfaltato il Paris Saint Germain si infrange contro il muro chiamato Arsenal, fa male, perchè si era sognato, forse troppo in grande. Però le bianconere eliminate un anno fa dall'Eintracht Francoforte ora sono una squadra nuova ed in crescita costante e la parola "crescita" e ciò che portiamo a casa da Londra, anche se avremo sicuramente preferito tornare sulle note di Take me Home, Country Roads, la canzone delle grandi notti europee. L'aria è cambiata, lo abbiamo detto. Con la certezza che anche da qui, anche da una serata amara, si sia cresciuti. 



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