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Giulio Doratiotto: 'Alla Juve ho sofferto la pressione, troppi paragoni. Con i compagni...'
IN AMERICA - "Avevo diverse proposte, specialmente in Europa. Ho scelto Phoenix perché mi sono sentito desiderato dal direttore, dal presidente e dal mister che c’era al tempo. Sono venuti a Torino per conoscermi, per mostrarmi il progetto e mi sono sentito molto apprezzato. Io ho sempre avuto il mito americano. Sono sempre stato affascinato dalla loro cultura: i miei compagni erano stupiti che ascoltassi la loro musica. L’unica cosa con cui sto avendo qualche problema è il cibo: quello italiano è il migliore".
COSA GLI MANCA DELL'ITALIA - "Mi mancano alcune sfumature. Durante gli anni alla Juve ho sofferto un po’ di pressione, mi hanno paragonato a grandi calciatori ed ero tanto giovane. In quel momento ero troppo piccolo, allontanarmi da quel mondo mi sta aiutando a trovare una pace mentale. Mi manca la mia famiglia, i miei amici e anche quella spontaneità tipica che abbiamo. Ma l’Italia come Paese non mi manca".
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