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I tifosi si aspettavano un colpo di spugna, una sorta di anno zero. Alle spalle le beghe con la giustizia sportiva, era il momento di ripartire. Magari da un nuovo allenatore, certo, ma soprattutto da un nuovo progetto sportivo capace di riportare la Juventus, in poco tempo, ai fasti di qualche anno fa. Chi teneva in mano la spugna, però, sembra essere andato troppo oltre fino a cancellare uno dei princìpi storici della Vecchia Signora.
 
“La Juventus è più importante di tutto e tutti”. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Quante volte abbiamo fatto nostro questo motto? Gli interessi della squadra del nostro cuore sopra qualsiasi cosa. Spesso, nel nostro piccolo, lo abbiamo fatto noi stessi: facendo sacrifici per seguire il club che amiamo, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
 
Lo abbiamo fatto nostro, noi tifosi, ma dentro le mura della Continassa, invece, sembrano essersene dimenticati. E dire che da quelle parti scritte motivazionali e slogan la fanno da padrone. La Juventus era più importante di tutto e tutti, ora è diventata terreno fertile per una guerra tra bande.
 
Che vergogna le immagini di ieri sera. Un allenatore che, in maniera nemmeno troppo velata, lancia frecciate contro un dirigente suo diretto superiore. Il riferimento al blocco granitico che si è sgretolato e si è fatto testa a testa, fronte contro fronte. È questa la triste immagine che ci restituisce il post Udinese, è questa la triste immagine che ci restituisce quello che è oggi la Juventus. Verranno giorni migliori, ne siamo certi. Anche perché, peggio di così, è molto difficile.