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Una settimana fa gli occhi erano rivolti a Teun Koopmeiners, ieri invece a Albert Gudmundsson. Per fortuna della Juventus, l'islandese non ha ripetuto quanto fatto dall'atalantino. Due dei principali obiettivi di mercato in casa bianconera. Ma a mancare, non sono loro due. Manca tutto il resto alla Juventus.

Mancano i risultati, prima di tutto, visto che con il pareggio contro il Genoa, la Juventus ha vinto solo una delle ultime 8 gare realizzando 7 punti. Un rendimento che ha spezzato ogni sogno scudetto ma soprattutto che adesso costringe i bianconeri a guardarsi alle spalle. Dopo il sorpasso del Milan, c'è il Bologna a meno 5. 

Manca il gioco, o meglio, un'identità che possa permettere alla Juve di andare oltre le giocate dei singoli (che ci sono sempre meno). I primi 45 minuti contro i rossoblù sono inspiegabili per una squadra reduce da un momento così complicato.

Nel momento di crisi che la Juve attraversa da quasi due mesi, manca anche un po' di coraggio. In casa, contro il Genoa che si stava sempre di più abbassando, c'era la possibilità di far coesistere il tridente offensivo. E invece fuori Chiesa per Yildiz, con Kean subentrato solo nel finale di partita. 

Per ultimo, ma non per importanza, manca anche la qualità. Errori a ripetizione, nelle scelte e soprattutto nell'esecuzione. Passaggi semplici sbagliati, cross troppo lenti e prevedibili. E adesso manca anche la tranquillità, la serenità, a un gruppo che si era costruito soprattutto sull'aspetto mentale. Cosa rimane alla Juve di Allegri?

 
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