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"Dopo l'Empoli c'è stato un calo, probabilmente dovuto al sogno", ha detto Cristiano Giuntoli prima di Lazio-Juventus. Il "sogno" di cui parla è lo scudetto, che è svanito tra fine gennaio e febbraio. Una spiegazione del crollo avuto nella seconda parte di stagione che viene ripetuta ormai come un mantra ma che si è dimostrata vera solo in parte e che sembra più che altro una "scusa" per nascondere sotto il tappeto tutto ciò che non funziona.

La Juventus vista all'Olimpico contro la Lazio infatti è stata per gran parte la "solita" , quella del campionato. Con errori a ripetizione, individuali e di squadra. Con un approccio troppo morbido. E dopo aver toccato il punto più basso, sotto di 2-0 e con il rischio di prendere anche il terzo gol, è arrivata la reazione. Di chi non aveva praticamente più nulla da perdere. Proprio come successo a Cagliari. 

C'è bisogno che questa squadra prenda "cazzotti" a ripetizione. E il discorso non vale solo per i giocatori ma anche per Allegri, che prima di "tradire" le scelte fatte, ci pensa e ci ripensa fino a quando non può più aspettare e manda in campo tutte le risorse che ha. A Cagliari la Juve ha terminato con Vlahovic, Milik, Yildiz e Chiesa. Questa sera con gli ultimi tre più Weah. E' bastato per arrivare in finale di Coppa Italia, basterà per vincerla? La Juve sa reagire quando tutto sembra finito, manca tutto il resto.