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“Basta! Chiudo bottega! Non me ne occupo più, non interverrò più!”. Non me l'aspettavo, ma mi ha detto così. Non posso fare il nome, era una confidenza, qualcosa a metà tra l'indignazione e il dolore, uscita di botto dalle labbra di uno juventino notissimo, protagonista del mondo culturale, scrittore, giornalista, ospite di trasmissioni televisive, anche se non fa parte del settore sportivo. Secondo lui la Juventus non doveva patteggiare con la procura della F.I.G.C. e meglio sarebbe stato andare avanti: ricorsi al collegio di garanzia del C.O.N.I. Tar e così via per interrompere un inarrestabile circolo vizioso.

La motivazione del mio amico non era tanto legata al fatto che la Juventus sembri colpevole e che sia il secondo “scempio in 17 anni”...No, secondo lui, non possiamo più fidarci del fatto che se una squadra vince troppo non infastidisca tutto il sistema. E il sistema sarebbe la F.I.G.C. la Lega di serie A, la maggioranza dei presidenti della altre squadre che non vincono “mai”, lo stesso C.O.N.I. Per non dire di cariche e figure istituzionali tifose (dai giudici ai politici). La squadra troppo vincente (almeno per nove anni di seguito) è la Juventus e se domani - questo il punto - tornasse a vincere si riscatenerebbe la stessa tempesta perfetta. In fondo l'ex presidente del C.O.N.I. Petrucci (romanista) l'aveva apertamente dichiarato: “Una squadra che vince troppo fa male allo sport”.

Per questo, i risultati del campo vanno sovvertiti con altri metodi. Ma siamo sicuri che una rottura dell' attuale meccanismo del calcio italiano col ricorso, per esempio, al Tar e le successive conseguenze sul proseguimento del campionato, sul deprezzamento sostanzioso dei diritti avrebbero ottenuto un risultato effettivo? Forse, (sempre che i giudici amministrativi avessero dato ragione ai bianconeri) in termini di risarcimento economico e morale e anche certamente di interruzione d'un circolo vizioso. E poi? Nuovi volti, nuove istituzioni, nuovi meccanismi non sarebbero sensibili agli interessi di “chi non vince mai”?

Non si formerebbero nuove, appassionate coalizioni degli esclusi contro i troppo vincenti sul campo? Certo, il patteggiamento, pagato carissimo in termini economici (gli 80 milioni di esclusione dalla Champions, guadagnata sul campo) dai bianconeri, ma non per quanto concerne i punti sul futuro campionato, rafforza l'attuale assetto istituzionale del calcio italiano, però, alla fine, il crollo del tempio avrebbe seppellito tutti: i filistei e anche Sansone.