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"Questi tre anni sono stati una sofferenza per Max". E per Max, naturalmente s'intende Max Allegri. La Juventus ha conquistato una finale di Coppa Italia, l'ha fatto perdendo, e sembra che alla fine ci sia arrivata in carrozza. Almeno dalle dichiarazioni. Certo, nell'era guidata dal risultatismo, conta davvero l'obiettivo finale. Ma c'è un 'ma'. Bello grosso. Che è stato un gran bel caso ritrovarsi dalla parte giusta della storia. 

Nel frattempo, l'allenatore bianconero si prende una brezza di complimenti dopo tanto penare, nel bel mezzo di un girone di ritorno di campionato in cui oggettivamente è piovuto di tutto. Tranne un gran bel gioco. E non solo ne gode, ma ne trae forza. Per una difesa che gli sarà sembrata piuttosto importante, anche per cambiare la narrazione di questa stagione e delle precedenti due. 

Tre anni come tre difese che Max sta portando avanti per riuscire nell'intento di cambiare il volto del suo lavoro. Ci riuscirà? Intanto, andiamo ad analizzare. 


La difesa di Allegri sugli obiettivi stagionali


Già il 9 marzo, Allegri dichiarava: "Al momento la Juventus ha raggiunto gli obiettivi". Che erano: raggiungere la qualificazione in Champions League e giocare per la Coppa Italia, dunque per arrivare in finale. Conti fatti, tutto giusto. Tutto in linea. Però... Però è guardare la luna, senza tener conto del dito. 

Appellarsi alla matematica, in una materia per nulla scientifica come quella calcistica, vuol dire arrampicarsi su uno specchio pregiato. Una difesa più arguta sarebbe stata: chi, al posto di Allegri, avrebbe saputo fare di meglio? 


La giustificazione sul periodo difficile non regge


Altro giro, altra dichiarazione forse divisiva. "Le critiche alla Juve ci sono sempre, la colpa è la nostra perché abbiamo fatto un girone di andata che nessuno si aspettava, normale che in quel momento tutti pensavano che potessimo lottare con l'Inter", le sue parole di ieri a Mediaset. Cosa vuol dire? Secondo l'allenatore, la squadra è andata troppo forte, generando malcontento. 

Invece di cavalcare l'onda, la Juve si è afflosciata alla minima difficoltà. In termini di mentalità, ecco, sembra un concetto ben lontano dalla Juventus.


L'eredità di Allegri


Cosa lascia, Allegri, alla Juventus? Dopo un triennio senza trofei e di profondi cambiamenti - quasi tutti subiti dal tecnico -, la sensazione è che ci siano giovani importanti ma non ancora pronti. Pure qui, la difesa di Max è piuttosto chiara: "La Juve avrà uno zoccolo duro di giocatori pronti per giocare le partite che contano nei prossimi anni". Merito della sua gestione.

E nel frattempo? Ah, saperlo...

 

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