commenta
Stremata alla mèta. O forse, più che stremata, disintegrata. Da mille rivoli polemici, troppe voci, tanti guai. La Juve arriva a questa sfida con l’Atletico Madrid - una partita spartiacque tra il sogno e il semifallimento - minata da un’infinità di problemi.

Prendete l’allenatore: Agnelli voleva costruire il futuro su e con Zidane, ma se l’è riportato a casa il Real. Chi siederà, dunque, sulla panchina della Juve? Questa gara darà una prima risposta: se i bianconeri andranno fuori, quasi certamente non sarà Allegri il tecnico della prossima stagione. Altrimenti, chissà. Di sicuro è una situazione che intacca la serenità di tutti.

Il caso Zidane si porta dietro qualche malumore di Cristiano Ronaldo: ha mostrato pubblicamente di non gradire un certo gioco attendista della Juve, sperava nell’arrivo di Zizou, ha manifestato affetto per Madrid (e proprio il tecnico francese ha lasciato una porta aperta al suo ritorno). Un’altra piccola crepa, che potrebbe allargarsi a dismisura stanotte.

Tensioni senza fine. Ci sono anche i tifosi sul piede di guerra contro la società, benché per stasera abbiano firmato una tregua (armata) per aiutare la squadra contro l’Atletico. E c’è il campo, che racconta di una serie di infortuni che certo non agevolano il compito di Allegri: alla squalifica di Alex Sandro si aggiungono le assenze di De Sciglio (chi avrebbe mai detto che sarebbe diventato così importante per la Juve?), Khedira, Douglas Costa, Barzagli e del lungodegente Cuadrado. E’ vero che anche l’Atletico ha le sue carenze, ma è più facile sopportarle se parti da 2-0.

Già, il risultato dell’andata. Aggiunto a tutto quello che abbiamo detto, trasforma la partita di stasera in una sfida quasi disperata. Per qualificarsi alla Juve non basta un’impresa, ma serve un miracolo. Se riuscirà, sarà ancora più bello da vivere.

@steagresti