commenta
Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, ha così parlato del duello tra Inter e Juve per lo scudetto: "Il sorpasso maturato ieri ha un significato enorme: nella storia di questa stagione il passato juventino di Conte è condizionante, qualcosa che lega e insieme oppone le due realtà. Un significato e un valore superiori al presente di Sarri e Ronaldo. Sarri ha peraltro ragione quando afferma che Ronaldo non è come gli altri: soltanto Messi, oggi, può essere paragonato al portoghese. E per un tecnico che deve gestire un’azienda individuale da oltre 100 milioni di dollari l’anno il compito è al tempo stesso semplice e complicatissimo. Complicatissimo quando l’azienda mostra le prime difficoltà: sono convinto che contro il Sassuolo lo avrebbe volentieri sostituito lasciando in campo Higuaìn, ma a dicembre una decisione del genere gli è permessa una volta, non due, poiché il bravo manager deve (e sa) soffrire oggi per poter godere domani. L’Inter davanti alla Juve. E di segreti da svelare ce n’è pochi. Se non una certa propensione di Sarri a farsi fottere punti da squadre minori. Al Sassuolo non è riuscito quel che è riuscito al Napoli con il suicidio di Koulibaly: perdere una partita che meritava di vincere. Perché Juve-Napoli era un impasto di emozioni mediatiche; mentre Sarri ha accettato la sfida di De Zerbi, l’ha quasi gradita poiché Roberto parla la sua lingua, e l’ha sostanzialmente persa perché non gode della stessa libertà. E non può permettersi leggerezze. La chiave di lettura della sfida Inter-Juve è in fondo questa. La libertà. Nonostante i due Cesari con i quali deve condividere il lavoro, lasciandogli scomode responsabilità gestionali, Conte ha un vantaggio forse decisivo: la libertà".