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    Zaccagni al CorSport: 'Giuntoli mi voleva, contro la Juventus ci giochiamo tutto'. Poi la confessione su Tudor

    Zaccagni al CorSport: 'Giuntoli mi voleva, contro la Juventus ci giochiamo tutto'. Poi la confessione su Tudor

    • Redazione BN
    Il capitano della Lazio Mattia Zaccagni ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport alla vigilia di Lazio-Juventus, partita fondamentale per la corsa al quarto posto di entrambe le squadre: "Lo meritiamo perché siamo stati sempre sul pezzo, siamo andati avanti anche nei momenti di difficoltà, non ci siamo mai abbattuti dopo sconfitte pesanti. Penso che la Lazio sia pronta per giocarsi le sue chance", le sue parole.

     

    L'intervista di Zaccagni


    TUDOR - "Beh, Tudor qui… (lunghissima pausa, ndr). Ha fatto poche partite, quando è arrivato ha dato la scossa e ci ha permesso di arrivare in Europa League. Risposta diplomatica perché mi faceva fare il terzino? E che ti devo dire? Interpretazione del gioco. Lui ha questo modo di vedere il calcio, tutto in avanti, tutto a uomo. Ci può stare, lo propongono tante squadre, ma ci sono dei momenti in cui non puoi farlo, è logico. Non lo so come sarebbe andata avanti se fosse rimasto".

    CONCEICAO NON GIOCA CON LUI - "Perchè l’esterno di Tudor deve essere di gamba e di fisico. Cerca il motore".

    PARTITA CONTRO LA JUVE - "Noi la stiamo preparando nel modo giusto. Sappiamo che da questa partita dipende tanto, ci giochiamo tutto. Me l’aspetto difficile. Partiamo da un presupposto: la Juve, come individualità, ha un livello di qualità alta. Verranno a giocare una partita tosta, fisica, saranno duri da battere, ma noi siamo carichi e pronti".

    CON GIUNTOLI POTEVA ANDARE ALLA JUVE - "Sì, ma volevo il rinnovo, perché qui mi sono sentito subito in una famiglia, mi hanno accolto bene e volevo essere parte di qualcosa che sentivo anche mio. Sono veramente contento della scelta fatta e adesso voglio togliermi tutte le soddisfazioni possibili con questa maglia. Non voglio che passi il concetto di aver scelto la cosa più facile, anzi. Forse ho scelto la cosa più difficile, ma lo volevo. Mi sentivo di essere pronto per una responsabilità superiore, non volevo diventare un numero. Ci pensavo anche molti mesi prima di firmare. Sono stato sempre chiaro con i miei procuratori. La mia prima scelta era la Lazio. Poi, è chiaro, le cose si fanno in due. Se non fossero avvenute certe dinamiche, mi sarei guardato intorno".



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