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Cecilia Salvai, difensore della Juventus Women, si racconta a La Repubblica: "Infortunio al ginocchio? I primi mesi passano in fretta, dal terzo comincia a essere pesante, si sommano la fatica fisica e mentale".

EUROPEI A LUGLIO - «Valutiamo mese per mese. È più no che sì, sarebbe una cosa molto “tirata”. Se invece volesse dire andarci per fare parte della squadra, allora sarebbe diverso

LINFOMA A 4 ANNI - «Penso di sì, anche se ricordo ben poco. Ho dei flash, sono stata fortunata perché è durata poco, sei mesi di cura e un anno di controlli. Vedendo altre persone come stanno, mi ritengo molto fortunata: è stato preso in tempo. Penso che ti segni per quanto uno sia incosciente vista l’età».

10 ANNI FA COME SAREBBE ANDATA? - «Male. Parlando con le calciatrici del tempo ho la conferma che era diverso: quello che ho a disposizione alla Juventus era impensabile fino a qualche anno fa».

RINNOVO - «Società come garanzia? In un certo senso sì. Sono ancora più riconoscente per quanto ci sono vicini in società, ma era inevitabile arrivare al professionismo. Cos'è cambiato? La mentalità. Prima per tutte noi era “giocare”, non era la prima fonte di sostentamento. Le generazioni future vedranno gli sforzi di chi le ha precedute. Siamo passate dal niente al tutto e ce lo siamo anche meritato. Che impatto potrà avere il professionismo? Avremo le tutele che hanno i normali lavoratori. La maternità era tutelata ma non al livello di un professionista e questo è un aspetto importante per chi ha intenzione di avere figli».

LA GIORNATA - «Tutto gira intorno al calcio. Le ore di sonno e l’alimentazione sono fondamentali, la discriminante tra chi arriva a un certo livello e chi no. Sveglia, colazione, passeggiata con il mio cane. Poi a Vinovo: sono sempre una delle prime ad arrivare, è diventata casa nostra, mi piace stare là. Le ore che rimangono le ho passate a studiare. Devo discutere solo la tesi, l’infortunio ha fatto slittare la discussione. Mi sto laureando in Economia».

LIONE E CHAMPIONS - «Stare fuori è difficile, la Champions è quello che mi manca di più: affrontare grandi squadre come il Lione è uno stimolo. Mi stanno facendo divertire, per quanto guardarle da fuori è bello ma fa male non esserci. Siamo state bravissime a ribaltarla dopo un primo tempo sottotono. Non dovremo concedere altri 45’ come all’andata: noi abbiamo fatto fatica, loro hanno passeggiato. Dobbiamo fare la nostra partita: in Europa se subisci e attendi, la paghi».