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Un fulmine a ciel sereno. La frase fatta è quanto mai scontata, ma necessaria per descrivere quanto successo nella serata di lunedì 28 novembre in casa Juventus. È chiaro: il piano B era pronto da tempo, lo dimostra il presto inserimento nel nuovo organigramma del direttore generale Maurizio Scanavino e della proposta di Exor di Gianluca Ferrero come nuovo presidente di Madama. A sorprendere tutti, dai tifosi agli stessi interni all’ambiente bianconero, è stata la tempistica. Solo 24 ore prima, il board Juventus presentava con orgoglio i risultati del progetto Next Gen e invitava le istituzioni italiane a lavorare per il progetto seconde squadre.
 
Il progetto giovani e la squadra femminile fanno parte dell’eredità lasciata da Andrea Agnelli alla Juventus: non è un caso che i successi di Women e Next Gen vengano elencati nella lettera di saluti ai dipendenti del club. Ma dopo le dimissioni del presidente e di tutto il CdA, in questa fase di riassetto e difesa, cosa cambia nelle altre Juve che non sono la prima squadra maschile?
 
Sostanzialmente nulla. A precisarlo ci hanno tenuto le alte cariche alla guida dei progetti tecnici che nelle ultime ore si sono fatte sentire con i diversi gruppi squadra, da Women a Next Gen, passando per la Primavera di Montero. Al telefono o in riunione, il messaggio è stato uno: serenità, continuare con il lavoro quotidiano, vincere è ancora e sempre l’unica cosa che conta. Cambiano i nomi ai vertici ma non cambiano gli obiettivi, insomma.
 
Si conferma, quindi, la continuità tecnica, la bontà del progetto che tra giovani e Women continua con le stesse linee guida: crescita e vittorie. Dalle parti di Vinovo, dunque, dove le tre squadre hanno casa, si alzano le mura per tenere fuori voci e trambusto e per stringersi all’interno, intorno a quegli obiettivi e valori che “chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera conosce”.