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L'approdo alla Juventus Women a quattordici anni. Una crescita nelle giovanili bianconere fino all'esordio in prima squadra agli ordini di Joe Montemurro. Chiara Beccari, attaccante classe 2004 attualmente in prestito al Como Women. Proprio con la maglia numero 9 delle lariane oggi farà ritorno a Vinovo dove è cresciuta calcisticamente per affrontare la Juventus Women. 

Nell’estate del 2019 è arrivata la chiamata della Juventus Women, ci racconti le emozioni? 
 
“Ero a casa a San Marino e mi hanno detto che c’era la possibilità di andare a Torino. Non ho esitato, sapevo che ambiente e strutture avrei trovato. Me l’ha detto mio papà, non avevo il procuratore ma era arrivata la proposta al San Marino. I miei genitori erano contentissimi, ma anche io”.
 
Hai trovato difficoltà nel passaggio dal San Marino alla Juve? Quali? 
 
“Sinceramente no. Avevo quattordici anni, quindici da compiere. Stare lontano da casa per la prima volta, soprattutto i primi mesi non è stato facile. Poi mi sono trovata molto bene con le compagne che sono diventate praticamente una seconda famiglia, quelle con cui vivevo in convitto. Era un bel ambiente in cui crescere. A Como anche siamo un bel gruppo, mi trovo bene. Andiamo spesso a cena insieme”.
 
Quanto è stato importante per te avere uno sportivo in famiglia?
 
“Mi ha aiutato molto, non per cose tattiche e tecniche ma caratterialmente ed emotivamente. Sia lui che mia mamma e tutta la mia famiglia mi hanno sempre supportata in questo percorso. Loro vengono praticamente sempre a vedermi sia in casa che in trasferta. Mi stanno molto vicino e credo sia importante perché nei momenti difficili ci sono, mi ascoltano e mi consigliano”.
 
Sedici anni e l’esordio in Serie A, ci racconti le emozioni di quel giorno?
 
“Non me la aspettavo, ero in panchina ed era la prima di campionato contro il Pomigliano. Quando mi hanno mandata a scaldarmi ho capito che poteva esserci una possibilità, poi in casa a Vinovo è stato proprio bello ed emozionante. Quando mi hanno detto che sarei entrata un po’ tremavo, avevo paura e ansia di come potesse andare ma poi ho pensato di giocarmi la possibilità che mi stavano dando. L’età era quella che era e avrei avuto tutto il tempo anche se fosse andata male”.
 
Nello spogliatoio della Juventus c’è qualcuna che ti ha particolarmente guidata e consigliata? 
 
“Sono state tutte super gentili e disponibili. All’inizio avevo un po’ paura perché le vedevo quasi come delle extraterrestri ma sono state davvero tutte molto alla mano con cui ci si può scambiare pensieri e opinioni sia in campo che fuori”.
 
Hai esordito in UWCL subentrando a Cristiana Girelli, ti ha dato qualche suggerimento? 
 
“In quel momento no. Lei è un punto di riferimento per me, le chiedevo consigli e gliene ho chiesti anche in estate quando dovevo scegliere dove trasferirmi. Mi ha sempre aiutata e supportata, la ringrazio molto. Mi ha detto in estate che mi avrebbe fatto bene andare in prestito in un club di Serie A dove avrei trovato più spazio. Subentrare in Champions è stato ancora più forte a livello di emozioni rispetto all’esordio in Serie A. Tra l’altro era successo tutto nella stessa settimana dell’esordio in A quindi è stata una settimana di grandi emozioni”.
 
Sei stata allenata da Joe Montemurro, cosa ti ha trasmesso? 
 
“Montemurro è un allenatore molto bravo che prima di arrivare alla Juve non conoscevo. Secondo me sta facendo molto bene, sta dando la spinta che serviva alla squadra. Non mi ha mai dato consigli personali però in ogni riunione o seduta di allenamento ho imparato tanto, è molto bravo e preparato e l’ha dimostrato nella gara contro l’Arsenal Women”.
 
Arrivate da un pareggio in extremis contro il Milan, qual è l’umore della squadra? 
 
“C’è un bel ambiente dopo il pareggio contro il Milan dell’ultimo minuto. Siamo consapevoli che affrontiamo la Juve e all’andata non è andata benissimo. Siamo cresciute, maturate e cambiate e sarà una partita diversa. Non ce la giocheremo alla pari ma quasi”.
 
Per te tornare a Vinovo sarà un ritorno a casa, sei emozionata? 
 
“Da avversaria è la prima volta, sarà strano. Cercherò di mettere da parte le emozioni perché dovrò pensare alla gara. Tornare a casa sarà difficile psicologicamente. Se farò gol non credo di esultare, rispetto molto la Juventus”.
 
Cosa ti è rimasto di questi anni a Torino?
 
“Sono cresciuta molto a Torino, calcisticamente e come persona, alla Juventus devo molto. Spero di tornarci tra pochi anni a far parte stabilmente della rosa di Montemurro, per me questo è davvero un obiettivo. Sono particolarmente legata a Nicole Arcangeli perchè lei è di Riccione, giocavamo contro in campionato e insieme in rappresentativa. Siamo arrivate alla Juventus insieme e quindi trasferirmi con una persona che già conoscevo mi ha aiutata, abbiamo fatto anche il percorso insieme in Nazionale. Fuori dal campo siamo grandi amiche. Spero di giocare ancora con lei un giorno: siamo state compagne di reparto in Primavera e in nazionale, arrivate insieme in prima squadra”.
 
Se dovessi descriverti, come lo faresti? 
 
“Sono una ragazza abbastanza tranquilla, gioco alla play o ascolto la musica. Sto finendo la scuola, sono al quinto anno e devo fare la maturità. Io e Matilde Pavan a Como andiamo a scuola insieme nel pomeriggio. Mi piace molto la musica Indie, rispecchia ciò che sono: una ragazza tranquilla e sulle sue. Nel pre partita quando faccio il giro di campo ascolto sempre due canzoni ma non svelerò quali sono (ride ndr). Un altro mio rito scaramantico è entrare sempre con il piede destro in campo”.
 
Se potessi togliere una giocatrice alla Juve chi toglieresti e perché?
 
“Bella domanda (ride ndr). Toglierei Boattin in questo momento e periodo. Lei in fase offensiva e difensiva è l’arma in più della Juve e si è visto per esempio a Parma la scorsa settimana. Lisa è una giocatrice molto importante: quando sono arrivata non me la aspettavo, in spogliatoio è un sacco importante anche se da fuori non sembra. Non parla spessissimo ma in campo quando c’è bisogno la senti, tu se sei in difficoltà sai che lei c’è”.