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    Verona-Verona, il viaggio al contrario di Vlahovic: era l'eroe, ora è un lusso. E sono giorni decisivi per il futuro

    Verona-Verona, il viaggio al contrario di Vlahovic: era l'eroe, ora è un lusso. E sono giorni decisivi per il futuro

    • Cristiano Corbo
    In un curioso gioco del destino, mentre Dusan Vlahovic, con la determinazione di chi non vuole mollare, si preparava a entrare in campo durante il riscaldamento pre-partita, le immagini dello Stadium riportavano la memoria al suo debutto con la Juventus. Era proprio l’Hellas Verona l’avversario di quella sera, e quella partita è diventata simbolica: un assist perfetto di Dybala e una rete spettacolare di DV9, che all'epoca rispondeva al nome di DV7. Una risposta eloquente a chi, all'epoca, sentiva ancora la mancanza di Cristiano Ronaldo. Quelli erano tempi che parlavano di una Juventus ambiziosa. E oggi, invece, i tempi sono cambiati: Vlahovic è finito in secondo piano, sacrificato sull’altare della mobilità offensiva di Kolo Muani. A Motta, il francese offre soluzioni più dinamiche, con un attacco fluido che crea spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

    I numeri di una reinvenzione


    Otto minuti in campo, cinque tocchi e due passaggi riusciti su tre. Poteva quasi evitare la doccia, Vlahovic, se non fosse stato per la sua positiva entrata in campo. Non tanto per ciò che ha fatto, ma per come si è messo a disposizione, rispondendo alla necessità di sacrificarsi per la squadra. In quei minuti, si è posizionato tra centrocampo e attacco, cercando di fermare le (poche) incursioni del Verona con un lavoro silenzioso ma efficace. Non ha fatto il suo ingresso con supponenza, ma con la volontà di non suscitare critiche, mostrando spirito di squadra e disponibilità.


    Il paradosso di Vlahovic


    Tuttavia, la situazione attuale di Vlahovic non sembra rispecchiare il valore del giocatore più costoso della rosa, né quello del calciatore più pagato dell’intero campionato. Vlahovic si trova oggi nel bel mezzo di un paradosso: da un lato, è vittima delle cifre che gli gravano addosso, dall’altro, è ancora incompiuto, come possedere un'auto sportiva di lusso senza avere l'età per guidarla. Questo è il destino di chi ha visto le proprie potenzialità valutate troppo presto, senza prendere in considerazione le difficoltà a lungo termine. E allora, chi ha sbagliato le valutazioni iniziali? Il dubbio persiste. Sicuramente, Vlahovic rappresentava una grande promessa nel 2022, un’annata che sembrava destinata a fare storia. Ma forse, la Juventus ha puntato troppo forte su di lui, cercando un approdo sicuro in un mare di incertezze.


    Il futuro: un bivio tra passato e futuro


    Con l'inizio di marzo, si apre il periodo in cui le riflessioni sul futuro diventano inevitabili. La Juventus, dopo un primo tentativo di dialogo che non ha portato a risultati concreti, rimane distante da una soluzione che veda Vlahovic parte integrante di un progetto a lungo termine. Le scelte fatte da Thiago Motta vanno nella direzione di confermare un approccio sicuro, rafforzando la linea di pensiero di Cristiano Giuntoli. Il mercato, però, è sempre alle porte. Una cifra poco superiore ai 20 milioni potrebbe bastare per separare Vlahovic da Torino, senza rischiare una minusvalenza. A questo punto, la domanda è: come sarà possibile non portare a termine una cessione? La risposta dipenderà dalle richieste di Vlahovic in merito al suo futuro ingaggio, che dovrà essere in linea con quello attuale. La prossima mossa, quindi, è nelle sue mani.

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