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441' senza gol. Tutto settembre. Dusan Vlahovic è a secco da un po' e le sue prestazioni sono al momento all’attenzione dello staff di Allegri. Il serbo è un tipo molto esigente, a partire da sé stesso, s’è incupito, finendo per innervosirsi alle prime difficoltà e nella crisi Juve non riesce a riemergere. "Ogni giocata s’è fatta sbuffo, ogni partita un romanzo da Scott Fitzgerald, dove nella notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino: Vlahovic si danna e s’incavola, volendo dare una mano — e un gol — alla squadra che l’ha voluto e pagato (tanto) a gennaio, proprio per risolvere i grattacapi, là davanti", scrive il Corriere della Sera.

Da matematico, quindi, il guaio s’è fatto psicologico, perché la ricerca della rete rischia di farsi ossessiva e, alla lunga, nociva. Così, si legge, lo staff tecnico ha già annotato qualcosa: anticipa troppo i tagli, finendo in fuorigioco e poi s’innervosisce, va solo per scontri fisici e finisce per tentare tiri da angolazioni impossibili anche perché i palloni che arrivano sono pochi. Ne parlato con Allegri, che lo ha invitato alla pazienza, alla ricerca della prestazione e non solo al gol; e ne ha discusso con qualche compagno. I numeri raccontano di un gol ogni 132 minuti in serie A, uno ogni 177 in stagione, l'anno scorso chiuse a 129 minuti (in A) e la realtà non è (brutta) come ci appare. E ci sono altri dati interessanti: Vlahovic ha un tasso di conversione in rete del 19%, cinquantesimo in campionato; di fronte al 35,3% di Arnautovic, e dovrà migliorare i passaggi, precisione del 67% contro il 61 di oggi e anche i duelli vinti di testa, scesi dal 52 al 45%. Numeri da risollevare, a caccia della prestazione, ancora prima che del gol.