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Bobo Vieri, tra Nazionale e Juve. L'ex attaccante ha parlato così alla Gazzetta dello Sport: «Perché vedevo come giocava e anche che non perdeva mai: tante partite senza perdere, tante. Compresa l’Under 21, ho giocato in Nazionale quasi 15 anni: io lo so che fatica si fa, non solo fisica, anche mentale. Mica solo a Mondiali e Europei: anche nelle qualificazioni, soprattutto in trasferta. Se non perdi mai vuol dire che hai anima. E se non perdi mai giocando a calcio, sei squadra. Una grande squadra».

IN FINALE - «Li ho visti un po’ cotti nei supplementari, ma gli spagnoli ti fanno girare anche le gambe, non solo la testa. Però quando arrivi in finale devi pensare solo una cosa: va come va. Tutta Italia, e tutti gli italiani nel mondo, oggi guardano la Nazionale: la grandezza non sta nella finale, quella l’abbiamo già vinta. Sta nel percorso fatto per arrivarci. Nella rivoluzione che ha fatto il Mancio. Ognuno ha un suo stile, questo è il suo: giocare con la qualità, per vincere. Ieri ho sentito dire: stavolta abbiamo deciso di difenderci. Ma che scemenza è? Ti difendi se sei costretto a farlo, mai sentito dire in una grande squadra: difendiamoci e vediamo come va. Oggi l’Italia è una grande squadra perché così non vuole giocare, mai. Questa oggi è la nostra storia: venivamo da un disastro, eravamo molto indietro e ora siamo molto avanti. Irriconoscibili».

SPAGNA - «Ho giocato un anno a Madrid, li conosco come le mie tasche: hanno una mentalità solo loro, giocavano questo calcio già vent’anni fa e poi con quel calcio hanno stradominato. Con loro puoi anche non ciaparla mai per 90’: puoi batterli ma non giocherai mai meglio di loro, perché sono questi da sempre. Noi no: noi siamo questi da quando c’è Mancini. Era un mio idolo quando ero ragazzino, poi ci ho giocato insieme, poi mi ha allenato: Mancini, da sempre, è uguale a bel calcio. Lo giocava, lo voleva, lo vuole».

VIALLI E MANCINI - «Una meraviglia. Loro due, Evani, Oriali che c’era nel 1982 e c’è ancora oggi, e poi ancora Lombardo, Salsano, De Rossi: questa per me è la Nazionale, gente che sa cosa vuol dire giocare con quella maglia».

BONUCCI E CHIELLINI - «Soprattutto quelli che hanno più esperienza: insieme sono perfetti, non li cambio con nessuna altra coppia in Europa. Grande la sintesi di Mourinho: quei due arrivano da Harvard. La mia sintesi: se al Chiello si potessero mettere due polpacci nuovi, potrebbe giocare fino a cinquant’anni».

DONNARUMMA - «Se sei già il miglior portiere del mondo, sì: a 22 anni, sì. Gigio è nato per fare il portiere: esattamente come Buffon. E quest’anno lo ha allenato Dida, non a caso per una decina d’anni uno dei migliori portieri del mondo».

CHIESA - «Federico ha più forza, è perfetto per il calcio di oggi, Enrico era più attaccante, un fenomeno a calciare, di destro e di sinistro. Suo figlio è su quella strada, sta anche diventando più freddo davanti alla porta, ma ha ragione il Mancio: può segnare di più. Ha tutto per farlo: non solo forza, anche tecnica, velocità, scatto».