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I giocatori delle squadre tedesche, ieri, hanno dimostrato che è possibile giocare una partita ai massimi livelli senza la necessità di sputare continuamente a terra, azzuffarsi o fare mucchio gaudente dopo la realizzazione di un gol. Il fatto che siano tedeschi e quindi vocati fisiologicamente e intellettualmente alla disciplina e all’osservanza rigida delle regole è del tutto marginale. Sono professionisti e come tali consapevoli che il loro atteggiamento può condizionare l’esterno.

SERIE A - Un esempio che, credo, verrà seguito da tutti i calciatori delle squadre che da domani cominceranno a lavorare in gruppo in vista dei rispettivi campionati che dovrebbero ripartire per buona pace della tranquillità economica delle società che controllano il giocattolo. Per ciò che riguarda l’Italia pare che la data fatale dovrebbe essere quella del 13 di giugno. Francamente non dovremmo definirla ”ripartenza”, semmai “seconda parte di un nuovo campionato” perché dovremo verificare quali effetti avranno sortito sui giocatori le quarantene e quanto condizionerà il loro stato emotivo il dover giocare in stadi deserti.
Detto ciò un dato traspare con evidenza. A questo punto delle cose sarebbe assolutamente ingiusto ed insensato se il Governo non concedesse il nulla osta per far ripartire e poi concludere il campionato. In decreto varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri e illustrato dal premier Conte è stato, di fatto, l’annuncio alla nazione di un “liberi tutti” che per molti versi lascia perplessi non soltanto gli scienziati “prudenti” come il professor Gallo ma gli stessi cittadini i quali, per più di sessanta giorni, hanno vissuto blindati e ora si chiedono il perché. E’ evidente che le ragioni del mondo produttivo hanno fatto passare in sott’ordine quelle del diritto alla salute pubblica. La famosa frase “o si muore di corona o si muore di fame” non era un modo di dire. Così, dopo tanto esserci difesi da possibili contagi, da domani ci troveremo nelle condizioni di dover affrontare il virus a petto più o meno nudo andando per mercatini, dal parrucchiere, nei ristoranti, nei bar, sulle spiagge. In piscina, in palestra e presto anche nei cinema e teatri. Il punto più alto del decreto, per spericolatezza, è stato toccato con l’annuncio della riapertura delle frontiere della zona Ue senza neppure la necessità della quarantena. Uno spot per il turismo che, si spera, tornerà a muovere la macchina milionaria.

CONVIVENZA - Il guaio è che il corona virus continua ad esistere e a circolare esattamente come tre mesi fa e che il calo dei malati, ma non quello dei morti, è il frutto di ciò che è stato fatto dall’avvio delle chiusure. Siamo dunque arrivati, per necessità economica, a dichiarare che dovremo imparare a convivere con il virus a rischio e pericolo evidenti. In questa situazione, dunque, sarebbe ridicolo e sciocco impedire la ripresa del campionato quando tutto il resto torna in movimento. Anche perché proprio il calcio, con le sue misure cautelative piuttosto semplici da attuare e con gli stadi deserti, probabilmente sarebbe davvero  l’evento meno rischioso per la comunità.