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A volte, squadra che vince si può anche cambiare. È quanto sembra stia capitando in casa Juve, nella stanza dell'Under 23. Perché dopo oltre un anno di dialoghi e riflessioni, Andrea Pirlo si è convinto a dare il via alla propria carriera da allenatore sulla panchina della seconda squadra bianconera. E con lui, a guidare l'area sportiva del gruppo Under 23, dovrebbe esserci Marco Storari. Una coppia vincente sul campo nella prima fase dell'era Andrea Agnelli, destinata a prendere per mano il progetto della squadra B bianconera. Nonostante il secondo atto dell'Under 23, già vincente, vedesse Fabio Pecchia e il ds Filippo Fusco protagonisti della crescita della squadra che da giovedì può riprendere addirittura la rincorsa alla serie B con un trofeo già in bacheca, la Coppa Italia di serie C.

QUASI FATTA – In caso di promozione può ricambiare il programma della Continassa? Difficile, quasi impossibile. Anzi, l'idea di cominciare dalla serie B può consolidare ulteriormente il piano di partenza di Pirlo, la cui presenza non dovrebbe in ogni caso condizionare il lavoro di Maurizio Sarri, per quanto possa diventare facile mettere al primo posto il nome dell'ex regista in caso di nuove mini-grandi crisi della Juve. E Storari che dentro la Juve studia da tempo, avrà il compito di affiancare Fabio Paratici e Federico Cherubini operando su quel mercato che conosce ormai bene, essendo rimasto nell'ambiente con l'amico Vigorelli anche prima di entrare nell'organico della società bianconera. Se poi la B dovesse sfumare, poco male: con Pirlo e Storari il prossimo assalto potrà essere quello più concreto alla serie cadetta.

MA PECCHIA... - Eppure il lavoro di Pecchia è di quelli positivi sotto ogni punto di vista. Poter lavorare nelle strutture di Vinovo e alla Juve ha permesso all'Under 23 di arrivare più pronta delle altre al ritorno in campo, questo è un vantaggio indiscutibile. Ma aver creato una squadra vera nonostante risultati altalenanti e un organico sempre diverso con cui lavorare, tra esigenze di prima squadra e quelle del mercato, è un merito indiscutibile. Pecchia ha saputo confermare la propria reputazione di maestro di calcio, aiutando un gruppo di ragazzi di talento ma acerbi a tenere testa in un campionato di vecchi lupi di mare come la serie C, anche grazie ai fuoriquota giusti scelti da Fusco, vedi bomber Marchi arrivato in prestito dal Monza dove è invece andato già a gennaio il principale investimento estivo, Dany Mota Carvalho. La vittoria della Coppa Italia in tal senso è un piccolo grande capolavoro gestionale di Pecchia e Fusco, che in quei giorni dovevano pure lottare contro le distrazioni in arrivo dal mercato a ridosso del 30 giugno. E il cammino in quella competizione ha dimostrato come nelle gare secche questa Juve Under 23 possa essere davvero una mina vagante per tutta la categoria pur avendo una rosa inevitabilmente discontinua per un campionato, ma dai playoff può succedere di tutto. Giovedì sarà il Padova a rappresentare il primo ostacolo nella corsa promozione della Juve, i bianconeri non partono con i favori del pronostico in questo torneo da dentro o fuori, ma nemmeno come vittime sacrificali. E se dovessero farcela, comunque l'avventura di Pecchia e Fusco sembra giunta al capolinea. A dimostrazione che forse, almeno per l'Under 23, vincere non è l'unica cosa che conta. Senza scomodare necessariamente quella reputazione di plusvalenzificio che in questo biennio si sta guadagnando, basti pensare agli oltre 40 milioni di plusvalenze prodotte solo in questa stagione: ma è decisamente un'altra storia.