CARRIERA - Nikola Sekulov è un classe 2002 che ha iniziato la sua esperienza in bianconero giocando da mezzala ma che oggi viene solitamente schierato come esterno alto o seconda punta. Sekulov nasce a Piacenza da genitori macedoni e muove i primi passi della sua carriera proprio in Emilia: tra Piacenza, Parma e Pro Piacenza. Nel 2016 viene notato dagli scout bianconeri che decidono immediatamente di portarlo a Torino. Le sue doti non passano inosservate e nel 2018 arriva la chiamata della Nazionale italiana di categoria, da lui scelta dopo aver rappresentato la Macedonia fino all’Under 17. Un passaggio importante della sua carriera è l’esperienza in Primavera con Lamberto Zauli in panchina. È il tecnico, oggi all’Under 23, a intuirne le grandi doti offensive e realizzative e a decidere di farlo giocare dalla trequarti in su, piuttosto che da mezzala. Curiosità: come è possibile notare dal suo profilo Instagram, Sekulov è un grande amico di Kulusevski con cui condivide le origini e l’esperienza nelle giovanili della nazionale macedone.
IL PROFILO - Grande duttilità – dote apprezzatissima di questi tempi -, propensione al sacrificio, spunto sul breve, progressione e dribbling. Sono molti i motivi per cui Sekulov è diventato un insostituibile della Juventus Primavera. Può giocare in diversi ruoli, permettendo all’allenatore di cambiare l’impostazione tattica delle sfide, anche a partita in corso. La velocità è una delle sue doti migliori, quando parte in progressione può spezzare in due le difese avversarie e per questo un calciatore come lui è molto utile quando la squadra deve ribaltare l’azione e partire in transizione offensiva. A questo unisce anche una discreta capacità di dribbling che ne fan un’arma pericolosa per le difese avversarie. Oltre a questo, Sekulov è un generoso: uno di quei calciatori che rincorrono l’avversario da una parte all’altra del campo e danno una grossa mano a centrocampo e difesa. Le sue doti migliori, però, a volte non vengono gestite al meglio nel corso della partita. Se c’è qualcosa in cui il calciatore deve migliorare, quella è la gestione di alcuni momenti della fase offensiva, quando prende palla al piede e carica verso l’area avversaria a testa bassa. Non sempre è possibile sfondare, se riuscisse ad alzare maggiormente la testa e fraseggiare con i compagni più vicini, potrebbe diventare veramente devastante. Fortunatamente, a 19 anni c’è tutto il tempo del mondo per migliorare in ogni aspetto.