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La Curva Nord del Brescia ha diramato un comunicato sull'episodio di razzismo che ha visto protagonista Mario Balotelli domenica a Verona:

"Sebbene nessuno di noi conosca personalmente Mario Balotelli, dobbiamo ammettere di avere avuto delle opinioni discordanti (rispetto a chi lo definisce una vittima sacrificale) e poco lusinghiere sul suo conto fin da prima che indossasse la nostra Maglia. Oltretutto, non siamo stati gli unici ad avere avuto delle perplessità su di lui, se è vero che migliaia di tifosi di diverse piazze italiane/estere prima l’hanno accolto a braccia aperte, e poi l’hanno sconfessato per il suo atteggiamento (e non certo per il colore della pelle), a volte infantile, spesso indisponente. Del resto, le sue imprese dentro e -soprattutto- fuori dai campi di calcio, le celebri 'Balotellate' per intenderci, sono ormai storia nota e conclamata. Non per questo lo abbiamo osteggiato o denigrato quando è arrivato a Brescia; al contrario, lo abbiamo accettato e rispettato come tutti gli altri giocatori del Brescia che indossano la nostra Maglia, calciatori meno famosi di lui, ma che hanno dimostrato -fin da subito- passione e spirito di sacrificio. Il fatto che abiti a Brescia e indossi la nostra Maglia, però, non lo eleva al di sopra di tutto e di tutti, e l’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile, in particolar modo quando la porta in campo e diventa motivo di destabilizzazione per la squadra e di tensione e d’imbarazzo per la tifoseria (per quanto riguarda Brescia, ci riferiamo in particolar modo al dito medio esibito come risposta ai tifosi dell’Inter per un loro coro contro, forse offensivo e provocatorio, ma di certo non razzista; per non parlare del fotografo cui Balotelli -dopo la sostituzione 'patita' a Marassi- ha rotto la macchina fotografica con cui stava lavorando). Detto questo, siamo estremamente convinti che Balotelli a tutti gli effetti sia italiano, e – per quanto ci riguarda – perfino bresciano (sebbene abbia sempre ostentato la sua passione per il Milan), ma lui deve convincersi di una cosa: proprio perché gioca nel Brescia da bresciano, la sua dedizione alla causa e il suo impegno devono essere pari - o addirittura superiori - a quelli dei suoi compagni (che fra l’altro non devono farsi perdonare un passato a dir poco...sopra le righe), soprattutto devono essere maggiori di quelli profusi fino ad oggi, e con questo naturalmente non ci riferiamo ai soli due gol fatti, oltretutto ininfluenti. Per noi infatti ciò che più conta sono lo spirito di sacrificio, la passione, il rispetto, le motivazioni, la Maglia sudata, concetti che al momento parrebbero a lui sconosciuti (per questo ci auguriamo di essere presto smentiti). Se non era pronto psicologicamente ad affrontare una tifoseria come quella veronese e - soprattutto - una partita così delicata come quella di domenica, in cui una città (la nostra) si giocava la salvezza e un allenatore - fra i più amati in assoluto - si giocava la sua ultima chance, doveva dirlo e lasciare il posto a qualcuno meno… nervoso di lui; nessuno si sarebbe incazzato, anzi…. Non significa che certi cori siano legittimi e accettabili, ma nemmeno che i tifosi gialloblù siano tutti razzisti, e che la Curva del Verona sia una sorta di covo del KKK, come qualcuno vorrebbe far credere (questo lo dimostra anche il fatto che a provocare 'seriamente' Balotelli siano stati pochissimi tifosi, fra l’altro 'slegati' dai cori del resto della Curva)".