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L'ultimo appello di Thiago Motta: ora la Juventus di 'fedelissimi'. Chi rischia di star fuori, da Vlahovic a Gatti
Il quarto posto, da solo, non gli garantirà la conferma. E, paradossalmente, nemmeno gli interessa: il suo obiettivo è dimostrare di aver avuto ragione fin dall’inizio, di aver intrapreso la direzione giusta, anche a costo di scontrarsi con turbolenze che rischiano di far crollare tutto.
Le scelte radicali di Thiago Motta
Motta si concentra su ciò che può controllare, ed è lì che vuole fare la differenza. Uno dei nodi critici della stagione è stato proprio il processo decisionale, soprattutto nella scelta dell’undici titolare.
Da questo momento in poi, le formazioni non saranno più dettate solo dagli stati di forma o dall’avversario di turno. No, TM vuole prendere in mano la squadra, farla sua, senza più preoccuparsi di equilibri o compromessi. Questo significa promozioni e bocciature nette, con il rischio di alimentare un clima già teso, appesantito dalle pressioni esterne e dalle crepe interne.
Chi rischia di star fuori
Dusan Vlahovic? Dimenticatelo. Non sarà una riserva, non sarà un’opzione a gara in corso: semplicemente, non ci sarà. Ma non è l’unico a finire nel mirino. Anche Kenan Yildiz rischia grosso: le sue difficoltà fisiche sono parse evidenti, ma il problema va oltre. Motta gli ha chiesto più incisività, un cambio di passo che non è mai arrivato. Stesso discorso per Nico, mai davvero in grado di trovare continuità.
In compenso, il rientro di Conceição dall'infortunio potrebbe offrirgli subito una chance, mentre Mbangula – che ha sempre risposto presente quando chiamato in causa – si candida come un’opzione intrigante. In difesa, Kalulu riprenderà il suo posto al centro della retroguardia, con Gatti che potrebbe scivolare indietro nelle gerarchie. In mezzo, Veiga sembra più avanti rispetto a Kelly nelle preferenze del tecnico. McKennie, Locatelli e Thuram sono intoccabili, così come Kolo Muani davanti.
L'ultima spiaggia di Thiago Motta
Per tenere in piedi la stagione, Motta sa di dover fare affidamento su un nucleo ristretto di giocatori, uno zoccolo duro a cui delegare le sorti del rush finale. La Juventus è ancora padrona del proprio destino, e il calendario – seppur impegnativo – lascia spazio alla speranza.
Le trasferte di Firenze e Roma saranno banchi di prova cruciali. Serviranno personalità, coraggio, quel carattere che finora è mancato e che non è mai stato compensato con fisicità, intensità o pulizia tecnica. Nel momento decisivo, Motta si ritrova senza le armi che pensava di avere. Non una squadra capace di stupire. Né, forse, una squadra abbastanza forte mentalmente.
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