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Marino, dirigente dell'Udinese e da anni nel calcio nazionale, ha parlato a Tuttosport, tra campo e mercato. A partire da Pafundi: «Una sensazione bellissima, estremamente coinvolgente. Io però non ho meriti, perché è arrivato all’Udinese prima di me. Lui è di famiglia campana ma i genitori erano venuti in Friuli per lavoro, dunque era sul territorio: le sue qualità si notavano già a otto anni, bravo il nostro settore giovanile a coinvolgerlo». 
 
CHI SEMBRA - «A me ricorda molto Roberto Baggio. Ha il passo, le caratteristiche tecniche di Roberto a quell’età. Tutti i paragoni ora sono azzardati, ma il talento che ha porta a farli. Io ho provato la sensazione di rivedere il Baggio che avevo visto giovane nel Vicenza. Come ragazzo è molto maturo, fa parte della prima squadra dall’anno scorso, anche se poi gioca con la Primavera per fare i 90 minuti ogni settimana. E’ semplice, intelligente ed educatissimo. Complimenti ai genitori» 
 
CHI LO VUOLE - «A dire la verità finora hanno tentato in molti di portarlo via, più che di contattare noi. Genitori e agente però sono stati correttissimi e ci hanno concesso di fare il primo contratto professionistico. In questo calcio bisogna fare i conti con tanti fattori, ma il rapporto con la famiglia, l’agente e il giocatore è ottimo: c’è gratitudine da parte loro e Simone ha visto che quella di rimanere è stata una scelta premiata». 

TALENTI - «E’ presto, per noi l’ideale è che i giocatori restino due, tre anni a Udine. Samardzic ha già fatto 5-6 gol in Serie A da centrocampista, è un frutto del lavoro del nostro scouting e a volte mi meraviglio che giochi nella Germania Under 21 e non nella Nazionale maggiore. Bijol lo avevamo scoperto da centrocampista seguendo Becao nel Cska Mosca: da difensore ci ha convinto ancora di più e abbiamo fatto un investimento importante. Perez è un nazionale argentino, lo abbiamo fortissimamente voluto, ottenendolo dall’Atletico nelle operazioni De Paul e Molina. Lovric avrà un futuro importante».  
 
NAPOLI - «Ho sempre paragonato questa stagione al campionato argentino di Apertura e Clausura. Il Napoli avrebbe meritatamente vinto lo Scudetto di Apertura, ma credo che da gennaio, con le Coppe, il mercato e il filo logico di queste 15 partite che è evaporato, cominci un nuovo campionato e che possa portare sorprese. Anche se il Napoli resta favorito». 
 
JUVE - «La Juventus non è mai piacevole da affrontare da un punto di vista della difficoltà della partita, per cui bisogna essere fatalisti. Le squadre di Allegri si incontrano più volentieri a inizio stagione, ma anche gennaio sarà un nuovo inizio: noi ci sentiamo capaci di giocare con tutti, lo abbiamo dimostrato». 
 
RECUPERI JUVE - «Tantissimo, però in questo meccanismo che funziona così bene da 5-6 partite c’è bisogno di giocatori che si inseriscano subito al massimo, altrimenti escluderebbero altri che stanno facendo bene. E recuperare al massimo dopo infortuni così lunghi non è semplice».