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Stavolta la rabbia e la frustrazione erano più per se stesso che non per i compagni di squadra. L'eliminazione in Champions della Juve segna uno snodo cruciale sul futuro di Cristiano Ronaldo. Che questa volta sa di non essere stato tradito dalla squadra, semmai di aver fallito lui come e più degli altri. Ma un ko tecnico del genere ha bisogno di tempo per essere assimilato, compreso, smaltito. Prima di esporsi pubblicamente sono trascorsi dei giorni per esempio, oggi tutti i giornali in Italia e in Europa rilanciano il suo urlo del fuoriclasse ferito: “I campioni cadono ma non si spezzano”. E questo può far preoccupare particolarmente il Cagliari per esempio. Ma tutto il popolo bianconero si interroga sul futuro di Ronaldo oltre le prossime 14 partite ancora in calendario tra campionato e Coppa Italia. Resta o va? Se resta, rinnova? Se va, dove va? In questo momento sono domande senza risposta. Un confronto diretto con la Juventus ci sarà non prima di qualche settimana, la decisione verrà lasciata a CR7 nella classica situazione che vedrà i bianconeri nonostante tutto in una posizione da win-win: se resta allora i bianconeri potranno comunque puntare su uno dei calciatori più forti al mondo, se parte si potrà ripartire dal risparmio di circa 60 milioni che allo stato attuale rappresentano il 15% circa del fatturato. Al netto della bomba esplosa in Spagna riguardo la voglia di CR7 di tornare al Real, allo stato attuale Jorge Mendes non ha ancora trovato nulla sul mercato internazionale che possa convincere Ronaldo a lasciare l'ingaggio stellare attuale prima del tempo. Ma siamo solo a metà marzo e tutto può ancora cambiare, con diverse opzioni che potranno decollare nel caso in cui alla fine CR7 dovesse ritenere conclusa la sua avventura in bianconero.

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