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Il panorama è più o meno così: gran sole e calma piatta, poi all'orizzonte lampi e tuoni che s'avvicinano minacciosi. Ecco, in zona Dybala, l'apparente serenità può essere ancora il preludio di un temporale. Del resto: vai davvero a capirla, l'estate. Con i suoi chiarimenti e schiarimenti, con i suoi nuvoloni e la pioggia di notizie. E con le sue sorprese, poi: perché all'alba della nuova era di Sarri, soprattutto dopo la definizione di 'talentuoso' che il tecnico gli aveva affibbiato con fiducia nella prima conferenza stampa, un posto per Paulo sembrava essere scontato e ben lucidato. Eppure, tutto è rientrato prepotentemente in discussione. 

L'ESTATE DEI 'NO' - Storie di Premier League, in principio, nel possibile destino della Joya: un tango a due, anzi a quattro, scattato dagli uffici di Londra dove la Juventus ha più volte incontrato il Manchester United. Dentro Lukaku, forse anche Mandzukic, spazio pure per Matuidi: alla fine, a decretare l'ultimo 'no' (e il passaggio del belga in nerazzurro) ci ha pensato l'agente 'improvvisato' di Dybala, quel Jorge Antun che da oltre tre mesi vive in un albergo di lusso nel centro di Torino per seguire da pochi passi gli sviluppi della vicenda del suo assistito. I problemi con Triulzi, le cause in corso per i diritti d'immagine, e la richiesta di una commissione da 15 milioni per la famiglia proprio di Antun hanno frenato pure i rapporti successivi con il Tottenham. E lì la Juve ha tirato un sospiro di sollievo: perché la corsa al sostituto (principalmente Icardi) si era fatta ben più impervia.  

PSG E INTER - Dybala è sempre rimasto coerente, nel pensiero e nelle azioni: non vuole andare via dalla Juve, ma se la società dovesse imporre la sua cessione, a quel punto Paulo preferirebbe organizzarsi il destino secondo le sue volontà. L'Inghilterra non l'ha mai attratto fino in fondo: gioco fisico, veloce, poco spazio per i lampi di luce a cui ha abituato il pubblico e per il suo modo di giocare a corrente alternata. Per intenderci: doti da Liga, da Spagna, da Real Madrid e Barcellona (e pure Atletico), che però sul mercato hanno già operato in quei ruoli. Resta il Psg alla finestra, con l'ipotesi di un campionato meno allettante ma con un ruolo da protagonista nella prossima Champions League, oltre a un ingaggio da primissimo della classe. Lo stesso che potrebbe garantire l'Inter, ipotesi che non va scartata a priori nonostante il dieci argentino abbia più volte ribadito l'intenzione di rifiutare la corte di Marotta. Guarda un po': un altro 'no' in un'estate in cui sa obbedire solo ai suoi desideri. 

NON BASTA IL GOL - Trieste è stata la prova d'orgoglio, l'ultimo assist alla sorte affinché lo possa tenere ancora a Torino, brillando di luce propria al fianco di Ronaldo. Il gioiello con cui si è ripreso la ribalta è stata sfrontatezza e talento purissimi, doti che la Juve gli ha sempre riconosciuto, che sempre lo farà. Ma no, non basta a trattenerlo definitivamente, non può farlo davanti a una sacra necessità di cessioni e plusvalenze. Dybala, con il mondo bianconero ai suoi piedi, con la coda dell'occhio fissa ancora la valigia. Il clima è d'incertezza: proprio come quel panorama, con lampi e tuoni all'orizzonte.