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Per Moggi la Juve “gioca male”, per Massimo Mauro anche (non si sa che partita abbia visto perché - secondo lui – “i bianconeri contro il Sassuolo hanno segnato solo su contropiede”). Anche la maggior parte dei commentatori storce il naso: non si vede né la mano creativa di Sarri, né la remunerativa prudenza di Allegri; l’attacco risulta meno prolifico di un tempo, la difesa prende goal evitabili e, intanto, l’Inter è prima in classifica. Insomma, questa Juve non piace: non gioca bene, è intermittente, alterna sprazzi di sole a troppe pause confusionarie. Ha quattro punti in meno rispetto all’anno scorso, una certa difficoltà ad andare in rete e un palese squilibrio difensivo, che fa rimpiangere, costantemente Chiellini. In più, resta l’endemico (c’era anche prima) problema a centrocampo: nessuno sembra saper agire al meglio davanti alla difesa e i “parametri zero”, finora, valgono appunto, zero.
 
Eppure la Juventus non gioca male. Per gli amanti delle statistiche o per coloro che la vorrebbero eternamente prima, senza alcuna flessione, ricordiamo una Juventus allegriana di qualche anno fa che, dopo due mesi e mezzo di campionato, era quattordicesima. Poi vinse lo scudetto. Ricordiamo gironi iniziali di Champions stentati, ricordiamo un Dybala ai margini, costretto a un ruolo non suo, ricordiamo un gioco, generalmente, non certo brillante.

Per quel che si è visto in campo ultimamente, in Champions chiude prima (in anticipo) e il risultato col Sassuolo (la cui prestazione è stata oltremodo esaltata) avrebbe potuto essere 4 a 2 per i bianconeri, che hanno tirato in porta una decina di volte, si son visti negare un rigore palmare e hanno subito 3 tiri. Diversamente da prima, la Juve prova a imporre il suo gioco, forse con troppa veemenza ( questo sì ) e scarsa lucidità negli ultimi metri. Il suo problema attuale ha, principalmente,  un nome e un cognome: Cristiano Ronaldo, oltre alla mancanza d’un centrocampista alla Allan o alla Lucas Leiva.
 
Senza Chiellini, la squadra non è superiore a quella dell’ anno scorso e l’errore di Sarri, se di errore si tratta, è quello di far giocare o tenere in campo un Ronaldo a mezzo servizio, ma l’atteggiamento complessivo è giusto. E il prossimo incontro di sabato, a Roma contro la Lazio, si presenta, sì, come un esame. Ma, si sa, gli esami non finiscono mai.

Ronaldo senza mordente e a mezzo servizio: i numeri lo inchiodano.
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