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Proprio non va giù. Non ci vogliono stare. Per loro non può continuare così. Non va che la Juve possa vincere l’ennesimo scudetto e qualche altro trofeo. La Champions, forse, ma il campionato no. Loro non sono gli anti-juventini patentati, i tifosi dell’Inter o del Napoli. Sono quasi tutti gli addetti ai lavori: opinione pubblica, commentatori, ex allenatori, dirigenti, funzionari, proprietari di televisioni, pubblicitari… E, intendiamoci, non c’è nulla di male, non è un complotto, un accerchiamento. No. E’ la paura, il timore che, se va avanti così, addio pathos della competizione, addio sana incertezza, addio, insomma, allo spettacolo del calcio in Italia. Sì, perché se come negli anni passati, la Juve chiude il campionato con mesi di anticipo o con 15-20 punti sulla seconda, se si sa già come va a finire, che gusto c’è a essere di nuovo costretti a seguire le qualificazioni Champions o Uefa o le retrocessioni?

Loro la pensano così. Altrimenti non si capirebbe perché una squadra prima in campionato, prima nel proprio girone Champions, ancora imbattuta (unica in Europa?) sia costantemente analizzata col microscopio dell’ entomologo e, in sostanza, non piaccia. “Non si vede ancora la mano di Sarri”, “prende gol con troppa facilità”, “vince la vecchia Juve, quella di Allegri”. Osservazioni che sembrano, davvero, esaltare la pagliuzza e non vedere la trave. La trave è che la Juve mostra un piglio completamente diverso rispetto al passato, comanda il gioco, cerca il passaggio di prima, prova a tenere alto il baricentro e fare un possesso palla non lezioso, bensì aggressivo. La sua unica partita brutta, in tutti i sensi, è stata quella contro la Fiorentina. Forse manifesta troppa voglia, troppo entusiasmo, troppa foga e contro squadre schierate col 5-5 non crea troppi spazi. Eppure il suo atteggiamento propositivo, il suo ritmo percussivo, il suo cambio di mentalità e, alla fine, gli ottimi risultati non bastano. Si storce la bocca.

Prendete il dopo partita contro il Lokomotiv: Capello era scandalizzato dal primo tempo juventino, in pratica di netto dominio; Di Canio parlava di involuzione, di passo indietro ecc. Eppure la partita è stata a senso unico, ma la critica imperversava: “hanno segnato con due tiri da fuori area” ha detto Capello, come si trattasse d’un peccato capitale. Avercene di goal come il primo di Dybala, di tiri come quello di Alex Sandro. Ma, addirittura, di contro alle critiche eccessive verso la Juve, è partita una lode sperticata per l’Atalanta: “eroica” “coraggiosa”, “spavalda” nonostante i 5 goal presi dal Manchester e un secondo tempo in balia degli avversari, con una disposizione tattica imbarazzante. Ebbene, non ci crederete, ma Di Canio ha fatto i complimenti a Gasperini per non aver “snaturato” la squadra. Insomma, come si dovesse ammirare il coraggio “non snaturante” dei polacchi che, nella seconda guerra mondiale, affrontarono i panzer tedeschi con la cavalleria. 

Capello ha addirittura, rincarato la dose, dicendo che la cosa più “brutta della serata è stato il primo tempo della Juve”, la quale ha avuto anche il demerito, di “aver fatto troppa fatica”. Ma si sono accorti che la Juve ha subito, in tutto, un tiro in porta e uno sopra la traversa, che almeno tre cross di Quadrado hanno danzato solitari davanti alla porta avversaria, che i tiri, nello specchio e fuori, sono stati una quindicina, che il possesso palla (prevalentemente nella metà campo dei russi) ha sfiorato (mai accaduto in Champions) l’80% del tempo giocato? Beh… sì… ma… però… alla fine “troppa fatica”.

Lo stesso allenatore del Lokomotiv ha ammesso lo strapotere juventino, facendo i complimenti ai suoi per aver limitato i danni, ma da noi si è trattato d’una vittoria risicata, come del resto fa ormai la Juventus che “vince sempre solo 2 a 1”. E pensare che, un tempo, tutti osannavano la vittoria per 1 a 0. E poi, a seguire, la strana affermazione che vince la Juve di Allegri. E ci mancherebbe. A parte che un allenatore intelligente manda in campo i giocatori più in forma senza distinzioni, a parte che Higuain non ci sembra aver mai giocato in coppia con Ronaldo, a parte che quei due davanti non si erano mai visti insieme a Dybala, la differenza nell'impostazione tattica e nell'atteggiamento è sostanziale. Ma anche fosse la "vecchia" Juve a vincere, l’osservazione ha poco senso: se nell’ Inter segna Candreva qualcuno evoca il fantasma di Spalletti?

La verità è che bisogna alimentare almeno la speranza che la Juve non ce la faccia, bisogna tenere vivo il lumicino delle inseguitrici (Napoli e Inter ) già sanzionate dal campo, altrimenti (per molti, per troppi) ormai non ha più senso andare avanti.