commenta
Una "chiacchierata" tra leggende a pochi giorni da una sfida che, nonostante tutto, ha sempre un sapore speciale. “Caro Rivale”, l'ultima puntata in ordine di tempo di Dazn Heroes, vede come protagonisti David Trezeguet e Alessandro Nesta, rispettivamente il miglior marcatore straniero della storia della Juve e uno dei difensori più forti di quella del Milan. Ecco i loro pensieri, in attesa del big match previsto domenica sera all'Allianz Stadium.
 
COSA RAPPRESENTA JUVE-MILAN

Trezeguet - «Partita storica. Ricordo San Siro pieno, ma anche il Delle Alpi. Ricordo la qualità dei giocatori - ho avuto la fortuna di giocare con grandissimi giocatori, anche contro il Milan: tu (rivolto a Nesta, ndr), Maldini, Cafù, Sheva, Inzaghi, Rui Costa…. - Il Milan ha sempre avuto quell’incanto, come se fosse il Real Madrid». 
Nesta - «Per me San Siro e il Milan sono questo ricordo: stadio pieno, grandissimi giocatori e quella voglia di vincere sempre». 
 
LE SFIDE DA RIVIVERE

N - «Da rivivere Manchester, da rigiocare quella in cui abbiamo perso lo scudetto a San Siro col gol di David». 
T- «Per me il contrario». 
 
LA FINALE DI MANCHESTER

T - «Manchester per me è un ricordo molto negativo, l’unico trofeo importante non vinto dalla Juve. Per la Juve è sempre stato un obiettivo delicato vincere quella coppa. I rigori fanno parte di una storia non semplice, per me ogni tanto negativa. Pensavo di rigiocare una finale, ma contrariamente a te (Nesta, ndr) non mi è capitato più. Il Milan da lì in poi ha cominciato a dominare a livello europeo con dei grandissimi giocatori».  
N - «Andriy Shevchenko aveva bisogno di grandi stimoli e grandi partite, e si esaltava. Faceva fatica a giocare partite più semplici. Quando c’era una partita importante Sheva faceva gol». 
 
CON ANCELOTTI E LIPPI

N - «Ancelotti è una persona speciale, lui capisce ogni giorno come ti senti: è la sua qualità. Quando perdi sa come ti senti perché l’ha vissuto. Per me la sua più grande qualità è tirare fuori il meglio dalle persone». 
T - «Con Lippi all’inizio non è stato molto semplice per me, perché voleva Vieri alla Juventus mentre io sarei dovuto andare all’Inter. Dopo abbiamo lavorato insieme: è stato fantastico perché abbiamo instaurato un dialogo molto aperto, quell’anno mi ha dato molta fiducia, siamo riusciti a vincere lo scudetto e ho finito il campionato da capocannoniere». 
 
LA SERIE A 

N - «Il calcio italiano per me sta tornando, ma all’epoca tutti i campioni erano in Italia: ogni domenica era dura». 
T - «Come straniero per me arrivare nel campionato italiano era qualcosa di molto particolare. Era il torneo più competitivo a livello individuale, calcistico, professionale, emotivo, c’era tantissima qualità: questo me lo ricordo bene». 
 
DEL PIERO

N - «Un artista, molto estroso in tante cose. Solitamente sono i difensori a essere più tranquilli: lui è tranquillo, ma ha questi colpi da genio anche fuori dal campo. Un ragazzo eccezionale». 
T- «Alex è l’immagine della Juve. Penso che potrà diventare un giorno dirigente, penso che possa essere molto utile soprattutto in questo momento».  
 
LA JUVE IN B

T- «Volevo dare una mano alla società che mi aveva dato fiducia, dove mi sentivo importante. Sono rimasto e ho sofferto così come gli altri che sono rimasti: Nedved, Del Piero, Camoranesi, Buffon. Non bisogna mai dimenticare».  
 
PRIMA E DOPO IL 2006

N - «Il campionato italiano aveva bisogno della Juventus. Però hanno fatto fatica per qualche anno a ritrovare i giocatori da Juve. Ogni club ha bisogno di alcuni tipi di giocatori con una certa personalità, mentre loro hanno fatto un po’ fatica all’inizio, hanno cambiato tanti allenatori, poi hanno ricreato un gruppo storico con Bonucci e Chiellini di cui la Juve aveva bisogno». 
 
I COMPAGNI DI SQUADRA

N
- «Thiago Silva era fortissimo, l’ho visto in un’amichevole e l’ho detto: “Questo spacca”. Paolo Maldini, giocatore speciale, forte in tante cose. Tecnicamente, sapeva gestire il calcio, era un professionista nel modo giusto, per me è stato un vero esempio. Ai compagni rimani legato per tutta la vita: quando ci rivediamo è come se ci fossimo visti il giorno prima. Questa è la magia del calcio». 
 T - «Ho vissuto un percorso importante con Alessandro Del Piero, dopo ho avuto la fortuna di poter giocare con tre palloni d’oro - Zidane, Nedved, Cannavaro - e ho affrontato la coppia Nesta-Maldini, la più emblematica». 
 
IL MIGLIORE OGGI

N
-«Leao è il volto del Milan, i fatti dicono che con lui il Milan è diverso. E poi Tonali: per me è uno di quei giocatori attorno a cui puoi costruire una squadra importante. Può diventare lo zoccolo duro necessario nelle grandi squadre, come siamo stati noi e come siete stati voi: gli altri cambiavano ogni anno, però il gruppo con alcuni giocatori simbolo resta». 
T - «Tonali è un giocatore giusto anche per mentalità. Ama il Milan, è molto consapevole, è cresciuto. Per quanto riguarda la Juve, quest’anno Rabiot ha fatto un campionato molto interessante, è riuscito a dare disponibilità e ad essere molto presente. Danilo rappresenta un po’ il modello Juve, il giocatore emblematico, e mi auguro che Vlahovic dia il suo contributo più serenamente perché è un giocatore interessante». 
 
IL FUTURO E IL POST BONUCCI

T
- «Bonucci farà un altro anno. La Juve ha bisogno di ritrovarsi. Adesso sono arrivati nuovi giovani - Fagioli, Miretti - che sono interessanti ma bisogna creare un contorno più solido».