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C'è una data in cui il destino di Lamberto Zauli si prende la più grossa delle rivincite: è il 20 aprile del 2019. Il suo Empoli, che poi sono i suoi ragazzi, arriva a Vinovo con la sfrontatezza di chi viaggia senza pensieri (e invece i pensieri li avevano, eccome) e senza timori reverenziali. 4-3-1-2, palla a terra e testa alta, altissima. Alla fine, ne fa cinque. Netti. Contro una Juve, quella di Baldini, che ha peccato proprio in quello che è diventato il punto di forza dei toscani: la personalità, oltre a una chiara idea di gioco. Roba che si ha o meno, ma mai s'improvvisa. 

RIVINCITA - Già, ma perché è una rivincita? Semplice: perché Lamberto, con quei piedi da 10 puro, con quei pensieri veloci e con le intuizioni dei grandi, ha avuto una carriera discreta ma mai devastante. Non era una questione di attitudine, che non è mai mancata; era un gioco di consapevolezze, che invece oggi è prerogativa delle formazioni che prende e riprende. Il compito alla Juve, sulla carta, sembra facile: non lo sarà neanche per un istante, in realtà. Un grande uomo e un tecnico preparatissimo, ecco chi arriva a comandare sui campi di Vinovo.