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Cos’è Bernardeschi? Chi è? Un campione sprecato, una finta stella, un talento abbandonato a se stesso? Il dubbio torna ogni volta che lo si vede in campo, perché il suo rendimento è sempre differente: spesso nullo, impreciso, quasi irritante; a volte superbo, o comunque prezioso, utile. Quando avresti voglia di chiuderla qui, basta speranze, non è (e a questo punto non sarà mai) un grande calciatore, lui tira fuori una prestazione piena di belle cose. Magari non nella Juve, dove fallisce quasi sempre, ma in Nazionale, perché in azzurro spesso funziona. E allora torni a farti le domande iniziali: cos’è, chi è?

Bernardeschi ha tutto per essere un campione: i piedi, il fisico. Non più dire che sia povero di tecnica, anzi. Né puoi contestarne la corsa, la tenuta atletica, la potenza. E’, o meglio sarebbe, un grande giocatore moderno, se solo non si smarrisse di fronte alle difficoltà, o forse semplicemente alle responsabilità. Non è giusto sostenere che sia colpa di Pirlo se non dà il massimo nella Juve e merito di Mancini perché in Nazionale convince: anche con Allegri e Sarri, in bianconero, ne azzeccava una su cinque. E allora il dubbio che il suo problema sia davvero legato alla tenuta mentale diventa fortissimo.

Bernardeschi in Nazionale ha appena giocato due ottime partite. Godendo ormai di una fama non buona, ancora lui mandano in campo?, queste sue prestazioni non sono state probabilmente celebrate come avrebbero meritato. Ma la Juve e Pirlo dovrebbero cercare in ogni modo di capire cosa si nasconda dietro a questo rendimento mai normale, o molto bene o molto male. Forse serve davvero che gli trasmettano sicurezza, che gli facciano capire di credere in lui, che gli disegnino un ruolo nel quale può esprimersi al massimo. Prima di scaricarlo definitivamente, è giusto che i bianconeri le tentino tutte. Perché poi potrebbero pentirsene.

@steagresti