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Non è più la Juve di Mario Mandzukic. Non lo sarà, quantomeno. La società ha deciso di poter fare a meno del suo guerriero, sacrificato in nome del gioco e di nuove dinamiche. I sorrisi, quelli sì, restano a far compagnia ai ricordi, che mai svaniranno. Eppure, è la resa dei conti dell'allegrismo che spiana la strada al sarrismo: non ci sono momenti di debolezza, c'è solo un decisionismo feroce che coinvolge pure e soprattutto il croato. Che chiude un'era, sì. Ma che allo stesso tempo si proietta verso una nuova storia, con ancora tanto da dare. 

RUOLO FONDAMENTALE - Juve e Manchester si parlano. Lo fanno da ormai settimane su Lukaku e Dybala, mentre s'imbastisce quasi in automatico un affare complicato nella dinamica ma semplice da intuire. Nel mezzo ci è finito Mario, quasi da ultimo esubero lì davanti che Paratici prova a piazzare. Lo stesso capo dell'area sportiva ha fatto breccia nei cuori dei Red Devils: sa bene che a Solskjaer, Mandzukic farebbe comodo, e che lo stesso United ha provato nella scorsa stagione a strapparlo ad Allegri. Niente da fare, allora. Tutto da costruire, stavolta. Ci vorrà tempo e ci vorranno le giuste valutazioni: ma Mario è pronto a partire. L'ultimo di Max, che chiude la porta.