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Paolo Pulici, a Tuttosport, parla del Derby. 

NOVEMBRE 1972 - "Vinse il Toro? Vero: la mia doppietta e quel pallonetto da 40 metri a Zoff. Ed è esattamente da quel gol che cominciai a capire quanto la curva Maratona fosse la mia bussola in campo. Mi aiutò a segnare. Ricordo la corsa che non finiva mai. Alle spalle sentivo la Maratona con le sue urla che mi spingeva verso la porta di Zoff. Mi sembrava di avere il vento nelle vele, correndo: la curva mi indicava la direzione senza che neanche guardassi avanti. Lo segnai insieme ai tifosi, quel gol. Corner di Causio sotto la Maratona, Castellini rinvia, Agroppi prende palla e mi lancia. Via, scatto velocissimo palla al piede, infine scorgo Zoff uscito molto fuori dalla porta: un suicidio. Pallonetto perfetto da 40 metri e trionfo".

I VALORI DEL DERBY - "Io, per dare l’idea dei valori che c’erano dentro a quei derby, dicevo che noi giocavamo per i lavoratori della Fiat, non per i padroni. Decenni dopo avrei scoperto una statistica che mi fa un grandissimo piacere: vinsi il mio 1° derby, persi il 2°, poi ne seguirono 17 senza sconfitte. Parlo dei derby con me in campo. In tutto ne ho disputati 26: ci sono stati anche i pareggi, dunque non ne ho persi tanti... Pazzesco. Un altro mondo, rispetto a questi decenni. Però adesso Juric ci sta restituendo un Toro".  

QUEL TORO - "Sì. Pressing, ferocia, intensità, aggressività dall’inizio alla fine, anche cuore. Fa piacere tifare per un Toro così, ci vedi attorno tante speranze. E’ anche bello vederlo. Per me, alla tv: fino a pochi minuti prima starò dietro ai miei bambini della Tritium, dovrò fare le corse per arrivare in tempo. L’anno scorso vidi pochissime partite. Smisi presto perché ogni volta si sapeva come sarebbe finita: i giocatori sparivano e veniva fuori la solita sconfitta. Ai miei tempi, pur di far risultato contro la Juve, lasciavamo anche il sangue in campo, vista la grinta che ci mettevamo. E parlo di sangue vero, perché erano sempre battaglie quei derby. Poi passano 40 o 50 anni e vedi che nel Toro gioca gente che a un certo punto sparisce: che roba brutta. D’altra parte io non riesco nemmeno a concepirlo un Toro che debba lottare per evitare la B. E invece negli ultimi 2 anni questo abbiamo visto. Ma Juric, vivaddio, ora ha trasmesso qualcosa di Toro. E’ riuscito a creare una reazione nel gruppo, è un primo passo già molto importante. Bravo, complimenti. Avanti così. Pressing, gioco, grinta, attaccamento. Si vede tutta un’altra mentalità. Ora, per favore, torniamo almeno a disputare un campionato senza la paura di retrocedere e senza giocare male. E con qualche gioia bella grande".