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"Ma dove si avviano Agnelli e soci? Riescono a malapena a garantirsi un tetto sopra la testa". Titola così il The Guardian a proposito della vicenda Superlega. Nel suo editoriale Jonathan Liew, prima firma del quotidiano, attacca: “Come siamo arrivati a questo punto? Come sono riusciti i club d’élite a progettare uno scenario in cui un’acquisizione ostile è diventata inevitabile, persino irresistibile. Come ha fatto lo sport più popolare al mondo a cedere così tanto del suo potere, ricchezza e influenza a persone che lo disprezzano? Questa è un’idea che poteva essere ideata solo da qualcuno che odia davvero il calcio fino alle ossa. Chi odia così tanto il calcio da volerlo potare, sventrare, smembrarlo, dal calcio di base ai Mondiali? Che trova offensiva l’idea stessa di sport agonistico, una malsana distrazione dall’obiettivo principale, che in un certo senso è sempre stato l’obiettivo principale del capitalismo. Incontrollato e indiscusso, il capitale non si è mai limitato ad accontentarsi di un posto a tavola, ma invariabilmente chiederà il potere di stabilire le proprie regole. Questo, in gran parte, è quello che sembra essere successo”.

LA DURA OFFENSIVA - “Vale la capire notare perché i top club d’Europa hanno deciso di farlo adesso. Il Barcellona ha un debito di 1 miliardo di sterline e deve affrontare una delle più grandi crisi finanziarie della sua storia. Il Real Madrid non è stato in grado di permettersi un solo grande acquisto la scorsa estate. La Juventus deve trovare circa 100 milioni di sterline entro la fine di giugno. I proprietari dell’Inter hanno cercato finanziamenti di emergenza a febbraio. Questi sono i club più redditizi nello sport più redditizio del mondo: le menti più acute, i ragazzi più intelligenti nella stanza. Dobbiamo davvero credere che questi cervelli galattici possano lavorare insieme o organizzare una lega separatista quando riescono a malapena a tenere un tetto sopra la testa?”.