commenta
Non solo Parolo e Diaconale, anche il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per fare il punto sul Dpcm annunciato dal Premier Giuseppe Conte.

DISCRIMINATI DAL GOVERNO - "Siamo rimasti tutti sorpresi. Abbiamo rispettato qualsiasi decisione presa dal governo italiano, ma il 4 maggio doveva essere il punto di ripartenza per tutti quanti. Alla luce delle decisioni prese ieri la sensazione è di essere discriminati. Spadafora? Ieri ho sentito il ministro dello Sport dire che bisogna pensare alla tutela della salute ma poi si fanno correre i giocatori nei parchi in mezzo alla gente anziché nei centri sportivi con le dovute misure. L’attività è ferma da due mesi, è molto tempo per favorire la ripresa di un’attività calcistica. Non so quale sia il suo scopo, di certo non è aiutare il calcio. Ha preso decisioni drastiche affinché non si riprenda, c’è qualcosa non quadra".

FATTORE SOCIALE - "Siamo consapevoli della situazione e dobbiamo essere molto più attenti per dare atto al sacrificio fatto dalle persone, però così non va bene. Il calcio è un fattore sociale importantissimo per il Paese: non vogliamo aprire gli stadi, solo terminare il campionato nel rispetto delle regole".

SCUDETTO - "Abbiamo guadagnato sul campo la possibilità di vincere lo Scudetto, ma mancano ancora dodici partite e parlare di una possibile vittoria è una parola grossa. Vogliamo finirlo più che altro per il bene del sistema calcistico italiano".

INTER E JUVE PRENDANO POSIZIONE - "In Germania il presidente della Federcalcio e gli esponenti dei principali club hanno preso tutti una posizione netta per la ripresa, c’è di mezzo la continuità del sistema calcistico del Paese. Lo stesso vale per l’Italia e non mi riesco a spiegare perché squadre come Juventus ed Inter non prendano posizione. I protocolli? Vanno rispettati, su questo non c’è dubbio".