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Juve-Napoli del 3 novembre 1985, gli azzurri attaccano e Scirea atterra in area Bertoni. Gamba tesa, punizione a due. Sul pallone ci sono Pecci e Maradona, Diego vuole provare un tiro impossibile. "Non passerà mai" si preoccupa il compagno. Maradona poteva. Maradona può. Contro ogni legge della fisica quel pallone supera la barriera ed entra in porta: "Dopo 35 anni continuo a dire che quel gol me l'ha fatto Maradona, non Piripicchio - racconta oggi Stefano Tacconi, nella nostra intervista - per me è stato e sarà sempre un onore. Il portiere cerca di prenderla, ma fondamentalmente sta lì per prendere gol". 

Cos'ha pensato dopo quella punizione?
"Mi ricordo di averla toccata appena, se l'avessi parata avrei preso un 9 in pagella e tanti saluti. Il problema era che dopo quel gol tutti i miei compagni mi guardavano stupiti che io non avessi preso quel tiro, come se fosse facile. 'Venite in porta voi allora' gli dicevo".

Qual era la sensazione di un portiere quando Maradona entrava in area?
"Io avevo una strategia. Nei giorni precedenti a una partita contro il Napoli, punzecchiavo sempre Maradona sui giornali con qualche frase a effetto. I compagni si arrabbiavano con me e quelle frasi mi sono costate sempre tante multe, ma io non ho mai avuto paura di Maradona. Era lui che doveva aver paura di me".

Come lo descriverebbe a chi non l'ha mai visto giocare?
"A differenza di Platini, che aveva bisogno del resto della squadra, Maradona era capace di fare tutto da solo. Non aveva bisogno di nessuno. Erano gli altri ad aver bisogno di lui".

Qual è il più bel ricordo che ha di Diego?
"Nel 1989 avevo organizzato un'amichevole di beneficenza a Terni, Italia contro Argentina. La Federazione azzurra però non mi diede l'ok per mandare i giocatori della Nazionale e così mi sono ritrovato spiazzato quando avevo già organizzato tutto ed erano previste 40mila persone. Maradona ha deciso comunque di venire insieme ai compagno dell'Argentina, pagando di tasca propria il viaggio e le spese per tutta la squadra. Per sostituire i giocatori dell'Italia io ho chiamato quello della Ternana".

Ci racconta un aneddoto legato a Maradona?
"Quando giocavamo al San Paolo io ero sempre uno dei più fischiati dai tifosi del Napoli per via delle frecciatine sui giornali che mandavo a Diego. Appena uscivo dal tunnel dello stadio 60mila persone mi davano del cornuto. Poi, quando Maradona mi metteva una mano sulla spalla per far capire ai tifosi che aveva apprezzato il mio coraggio nel dire certe cose, calava il silenzio totale. Bastava un suo gesto per ammutolire tutti".

E' stato lui il calciatore più forte di sempre?
"Sicuramente, senza dubbio. Rimarrà per sempre il numero uno della storia".