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Alessio Tacchinardi, ex centrocampista della Juventus, ha parlato alla Gazzetta: "Le fondamenta sono state ricostruite, le colonne portanti sono su due gladiatori come Bonucci e Chiellini. Il cuore batte, lo spirito ti permette di non mollare: se perdeva a San Siro era di nuovo “morta”. Però così non basta.

ALLEGRI E PIU' GIOCO - E pure lui vorrebbe di più, non è che gli piaccia giocare male e vincere 1-0. Il suo è un processo da dottore: guarita la febbre, usciti dall’influenza, consiglia di mettere il cappotto e non la maglietta anche se c’è il sole, perché non puoi rischiare ricadute. Non è ancora la sua Juve: voleva Pjanic,e quindi più palleggio. Ora ha una squadra operaia, ma sta iniziando a mettere dentro qualità: Arthur finora non c’era. 

RIMONTA - Ogni volta che sento parlare Allegri di numeri e di tabelle io mi fido. Non so se era un genio in matematica, ma sembra che abbia un microchip nella testa. Se lui dice “vedremo a febbraio”, sarà così. Tornerà sicuramente in alto, poi bisognerà vedere se riuscirà a restarci, perché la crescita di alcuni giocatori mi sembra più faticosa del previsto.

SCUDETTO - Cosa serve? Il miglior Chiesa e la miglior stagione della carriera di Dybala: non basta un’annata di Paulo da 6,5, serve da 10. Se il motore va a pieni giri è un giocatore come ce ne sono pochi. Quando è in palla fa un altro sport, rispetto agli altri. Con due marce in meno è un altro discorso. Nelle interviste mi sembra molto più “sgombro” da Ronaldo e pronto non solo a dire “ora tocca a me”, ma anche a passare ai fatti. È il suo momento. La Juve vuole dargli le chiavi e lui vuole prenderle: però devi curarti 24 ore al giorno, quando inizi ad avere infortuni.

IL SALTO - Da chi? Kulusevski. Deve entrare nel mood Juve. Quando sono arrivato alla Juve guardavo come dormiva, come mangiava, persino come guidava Gianluca Vialli e portavo via “cose”. Lui ha esempi di vincenti in squadra: deve svoltare nella testa, perché fisicamente è un trattore, un toro".