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Esonerare due allenatori al termine di due campionati vinti non rappresenta una (doppia) decisione facile da prendere. E come tutte le scelte difficili, anche queste hanno lasciato scorie significative. Proprio perché completamente diverse. Mandare via Max Allegri per accogliere Maurizio Sarri è stata una decisione presa dall'area sportiva, accettata (o digerita) più che condivisa da Andrea Agnelli che non a caso aveva lasciato oneri e onori a Fabio Paratici anche pubblicamente. Mandare via Maurizio Sarri per Andrea Pirlo segue invece un processo completamente diverso: doppia decisione presidenziale, prima l'esonero, poi dopo aver bocciato anche al termine di colloqui diretti le proposte di Paratici è arrivata la svolta Pirlo nonostante il dirigente a quel punto preferisse confermare la fiducia a Sarri. Da qui nasce la delusione, il nervosismo di un Paratici superato, quasi esautorato e pronto a essere sorpassato in grado da Federico Cherubini. Ma in tutto questo, Pavel Nedved?

INDISTRUTTIBILE – Il vicepresidente bianconero è personaggio molto influente, c
on ogni probabilità il più ascoltato da Agnelli per ogni valutazione sportiva del club. Uno potente a sufficienza da poterci mettere la faccia solo quando vuole, solo quando lo ritiene necessario. Come Agnelli, per esempio, non era presente al tavolo dei relatori in occasione della presentazione di Sarri. Rispetto a Paratici, per esempio, non ha dovuto metterci la faccia quando Pirlo è stato introdotto da allenatore dell'Under 23. E rispetto a Paratici non è stato chiamato a confermare a più riprese l'ormai ex tecnico bianconero, ultima volta proprio nella sera dell'eliminazione con il Lione, quando anzi aveva preceduto Paratici nel ribadire come sotto esame ci fossero tutti: anche giocatori e dirigenti. La svolta di un anno fa era stata voluta, con forza, anche da lui. La scelta di Sarri non era però stata promossa con particolare veemenza dal ceco, che anzi era il principale sostenitore del Conte bis. Ecco perché in fondo, da questa situazione, ancora una volta, gli sconfitti sono altri. Pure illustri. Mentre Nedved, no, non perde mai.