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L'ho detto, l'ho scritto e riscritto, e lo ripeto pure questa volta: i cori beceri, discriminatori, offensivi non mi sono mai piaciuti e allo stadio non li canterei. Perché allo stadio si va per tifare la propria squadra, non per insultare gli altri.
Però non mi piacciono nemmeno, anzi li detesto proprio, i finti moralisti, quelli sempre estremamente solerti a puntare il dito contro chi non gli è simpatico, e a tenerlo invece in tasca quando lo ritengono conveniente.
Sta accadendo sempre più spesso, ed è successo pure sabato sera.


Il pretesto: i soliti cori beceri scanditi dalle curve. E quella maggiormente attenzionata, da sempre (in pratica, dal giorno dell'inaugurazione dello stadio) è la Sud dell'Allianz Stadium, a Torino. In quello stadio e in quella curva anche un bisbiglio fuori posto viene auscultato, registrato e sanzionato. Nulla sfugge, alle orecchie degli ispettori federali, così come a quelle dei giornalisti: se qualcosa non viene percepito dai primi, immediatamente lo colgono i secondi.


Ci sono media talmente specializzati nell'ascolto di questi cori da superare, in udito, pure i bordocampisti Sky e di Dazn.
Ho guardato in tv Juventus-Spal e, ad un certo punto della gara, ho sentito anch'io il coro su Firenze. Il solito, quello che solitamente gli ultras juventini intonano la domenica prima di un Fiorentina-Juventus (prevista, infatti, per sabato prossimo) o durante i confronti coi viola: “un solo grido, un solo allarme: Firenze in fiamme!”. Di sicuro, poco edificante e incitante alla violenza, ma che a questi tifosi è stato permesso di cantare per decenni. Così come, per decenni, è stato concesso - e lo è ancora oggi - ai tifosi fiorentini di indossare le t-shirt pro Heysel, senza mai subire una squalifica della loro curva Fiesole.
Da sabato 24 novembre 2018, pure questo coro anti-Viola sembrerebbe essere stato inserito nella black list, e quindi passibile di sanzione. Lo apprendo dalle sentinelle del bon-ton inviate dai media (un paio in particolare, i più accaniti) all'Allianz.
Gli stessi che hanno pure registrato, e immediatamente segnalato, un coro contro i soliti napoletani: questa volta non invocavano un'eruzione del Vesuvio, ma invitavano all'uso del sapone. Cori altrettanto sgradevoli ma che io, dalla tv, non ho percepito.


Ovviamente adesso il dibattito, soprattutto a Milano, è su quanti turni di squalifica verranno inflitti alla recidiva curva juventina, e in quali partite. C'è già chi dà per scontato che verrà squalificata per Juve-Inter del prossimo 7 dicembre. Il solito pressing-mode attuato ogni volta su giudice sportivo e Procura federale per invitarli a procedere. Probabilmente, andrà a finire così.
Che, da dopo l'inchiesta Alto Piemonte e tutto ciò che ne è conseguito, sia in atto una ritorsione della curva Sud nei confronti della società Juventus, è palese e sotto gli occhi di tutti.
Che non ci sia nessuno tra i media schierato a favore del club bianconero e dei suoi dirigenti è palese, e che anzi alcuni di loro tifino affinché le istituzioni calcistiche usino il pugno duro nei confronti di quello stadio è altrettanto evidente.
Non gli importa nulla che la società sia sotto ricatto dei propri ultrà, gli interessa solo che venga punita. Perché questo è ciò che vogliono una parte consistente dei loro telespettatori o dei loro lettori.
La cosa che lascia ancora più interdetti è l'attenzione, lo scrupolo, la concentrazione dedicata al pubblico juventino, e il quasi disinteresse verso tutti gli altri stadi.
Un esempio a caso: il coretto "merda!" utilizzato da molte tifoserie come accompagnamento dei rinvii dal fondo effettuati dai portieri avversari. Venne scandito una volta dai bimbi delle scuole calcio della Juventus, si urlò allo scandalo e vennero intavolati dibattiti sociologici sul degrado culturale degli istruttori, insieme a quello delle famiglie di quei bambini.
Quel coro lo abbiamo sentito, di recente, a Genova e Milano durante le gare della Nazionale, non è agli atti un solo commento critico oltre quello dei telecronisti Rai. Casi, con ogni probabilità, archiviati alla voce "goliardia".


Sempre a Milano, stadio Meazza, durante Inter-Genoa del 2 novembre scorso, al minuto 23, dalla curva nerazzurro partì il coro “Napoli colera” con tutto il resto dello spartito. Si è perso nelle nebbie di San Siro. Qualcuno è riuscito pure a parlare di fake-news. Non un approfondimento, nemmeno un accenno. Silenzio.
Stavano per finire probabilmente nell'oblio pure i cori contro Napoli cantati sabato sera anche a Udine, da entrambe le tifoserie di Udinese e Roma, poi per fortuna ci ha pensato a stigmatizzarli direttamente il presidente federale Gravina (bisogna dargliene merito) e magari qualcosa ora accadrà, forse. Anche se l'attenzione resterà, ovviamente, focalizzata su Torino, i suoi tifosi e il suo stadio in vista del confronto con l'Inter.
Perché ormai sono riusciti a far passare il concetto che il problema è l'Allianz Stadium, non gli stadi nella loro totalità. Si schierano tutti con Ancelotti, che ha persino proposto la sospensione delle partite, o con Mazzola (che ha chiesto la chiusura per un anno del J Stadium) ma nessuno che abbia fatto presente ad Ancelotti cosa succede al San Paolo e a Mazzola quanto accade a San Siro o nell'altro stadio di Torino, quello dedicato alla gloriosa squadra di suo padre.
Su cori & striscioni non si salva nessuno, ma accanirsi sullo stadio della Juve ti rende più simpatico e ti aumenta l'audience.


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