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In principio è stato Felipe Melo. E sembrava una festa, un colpo di mercato sensazionale perché figlio di una forza di fuoco che in pochi immaginavano potesse avere la Juve. Invece nella stagione che poi si rivelò fallimentare nonostante un avvio a cinque stelle, la squadra agli ordini di Ciro Ferrara veniva completata dal grande colpo per la trequarti: Diego. Che entusiasmo nella Torino bianconera, ma mancava ancora un vertice basso per il rombo immaginato da Ferrara e dall'allora direttore sportivo Alessio Secco. Alla fine la scelta era ricaduta su uno dei migliori centrocampisti del campionato, Felipe Melo appunto. Senza che la Fiorentina volesse però scendere troppo a patti. Così in pochi giorni si è consumata una trattativa senza precedenti, almeno per la Juve. 

LA CLAUSOLA LAMPO – Il brasiliano aveva l'Arsenal a corteggiarlo con forza, la famiglia Della Valle avrebbe preferito venderlo in Premier piuttosto che scatenare l'ira della piazza per un'operazione con la Juve. Ma Felipe Melo aveva detto sì ai bianconeri, dove avrebbe firmato un contratto da re a circa 2,5 milioni netti a stagione per cinque anni. Allora ecco l'arrivo dalla porta principale nella Torino bianconera e l'uscita dalla porta d'emergenza da Firenze: fissata una clausola rescissoria a quota 25 milioni con la Fiorentina, che così senza fare sconti ha permesso a Felipe Melo di andare per la sua strada. Solo che nel 2009, pagare 25 milioni un mediano non era cosa di poco conto, anzi. E proprio questa scelta, fu poi sbagliata, perché in fondo chiedere a Felipe Melo di trasformarsi in Andrea Pirlo fu l'inizio di una serie di errori. Ma anche una trattativa storica: la prima clausola rescissoria vera e propria pagata dalla Juve.

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