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E' stato un finale convulso, e all'interno si è visto di tutto: spallate, urla, incazzature, sfida, sfoghi. E gli occhi negli occhi, poi: a muso duro, seppur a distanza, con un tifoso che probabilmente aveva protestato alla vista di quella squadra estremamente bassa e pure in balia delle folate della Fiorentina. Ecco: cos'è successo negli ultimi minuti, e non solo alla Juve? Praticamente di tutto. Ma un solo protagonista: Massimiliano Allegri

L'EPISODIO CHIAVE - Una ripresa intera a serrare le fila, a tirare fuori l'orgoglio dei suoi. Dopo un primo tempo giocato nella solita confusione dai ritmi sostenuti, la Juve aveva trovato la chiave di volta negli inserimenti degli attaccanti. Attacca una volta, attacca due, prova a farlo una terza ed eccolo lì, lo scatto vincente: Vlahovic aveva giocato con i centimetri e Kostic l'aveva pure imbucato per bene. Gol. Giù il sipario. Anzi no: fuorigioco. Ma la Juve si è fermata comunque, adagiata sul vantaggio minimo e sulle buone intenzioni mostrate a inizio secondo tempo. Eccolo, il momento che cambia tutto: i bianconeri iniziano a indietreggiare e a regalare campo ai viola. Viola che se lo prendono, tutto, e che davanti all'ennesimo segnale di resa realizzano di poter portare a casa ben più di una gita a Torino. 

LA REAZIONE - Davanti alla pressione della Fiorentina, la Juve inevitabilmente si spaventa. Di fatto si schiaccia. Allegri diventa una furia: come abbiamo visto tante volte allo Stadium, com'è stato anche a Salerno. Chiede di accorciare ai suoi e non tollera gli errori più banali. Volano parole dagli spalti, in particolare alle sue spalle, lì dove il suo orecchio ancora non è coperto dal brusio di sottofondo dello Stadium. Impossibile il contenuto del presunto rimprovero del presunto tifoso - rivolto probabilmente verso un giocatore -, sappiamo soltanto che è andato a colpire in maniera netta un Allegri che ha ben poco d'imperturbabile ormai; Max si gira, lo guarda negli occhi, lo sfida e tiene fisso lo sguardo. "Stai zitto, vieni qui", gli dice. E lo affronta fino all'arrivo di pacieri diplomatici, con pettorina e senza, ancor prima che potesse surriscaldarsi la situazione. Da lì c'è la rete della Fiorentina, poi è tornato il gioco di centimetri e sono tornati pure i tre punti.