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554 milioni di euro. E' il numero che identifica il deficit aggregato della Juventus nelle ultime tre stagioni. Numeri in costante crescita in una fase che è stata di grandi investimenti per la Juve (da Ronaldo al resto), ma con gli ultimi risultati sportivi deludenti e gli errori nelle scelte che hanno condizionato il tutto, sul campo e fuori. Due aumenti di capitale hanno aiutato le casse del club, perché la Juve, a differenza di altri club, è solida e gode di una proprietà liquida e pronta a supportarla. Un privilegio di questi tempi, ma con un equilibrio di gestione da ritrovare. 

I CONTI - Paradossalmente i conti sono peggiorati nella stagione che doveva beneficiare dell’addio di Ronaldo, scrive la Gazzetta: "Non è stato così perché, oltre a scontare la differente classificazione dei diritti tv (nel 2020-21 era stato conteggiato anche un pezzo del 2019-20), sono venuti meno i benefici delle rinegoziazioni dei contratti concordate con la squadra al tempo del Covid, che avevano alleviato le spese degli esercizi precedenti. Così, mentre gli ammortamenti si sono effettivamente ridotti (da 197 a 173 milioni, svalutazioni incluse), gli stipendi totali sono aumentati da 323 a 352 milioni". Da un anno la Juve ha avviato un nuovo corso, che ha come cardini il risparmio dei costi e l’adozione di investimenti sostenibili e i cui effetti cominceranno a manifestarsi dall’attuale stagione. A giugno, scrive la Rosea, "è stato aggiornato il piano, con vista sul 2025, che punta a coniugare il «mantenimento della competitività sportiva» con «l’equilibrio economico e finanziario di medio-lungo periodo» perseguendo l’incremento della visibilità del marchio a livello globale, l’integrazione dei temi Esg e un ruolo attivo nel processo di riforma dell’industria calcistica. Serve un diverso approccio gestionale rispetto ai tempi della grandeur. Ne sono consapevoli alla Continassa, tanto che l’annuncio di un piano di compensi basati su strumenti finanziari, riservato ad amministratori e dirigenti, implicitamente è un atto di responsabilizzazione dei manager".