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L’onda di polemiche arbitrali che attraversa il calcio spagnolo rischia di trasformarsi in tsunami ben prima del fischio d’inizio del clasico in programma domenica prossima. Tra quattro giorni, al Santiago Bernabeu, Real Madrid e Barcellona si contenderanno in 90 minuti il titolo della Liga: ma su quello stesso campo i Blancos di Zidane ne hanno impiegati ben 120 ieri sera per avere la meglio sul Bayern Monaco.

KASSAI, COSA FAI? - A dire la verità, la gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League si è conclusa di fatto non al triplice fischio di Viktor Kassai al termine dei tempi supplementari, ma con il secondo gol segnato da Ronaldo al 104’. Il quattro volte pallone d’oro è in evidente fuorigioco sull’assist di Marcelo, ma il fischietto ungherese decide comunque di convalidare la rete, quella del 2-2 che - dopo il 2-1 Real all’Allianz Arena - condanna gli uomini di Carlo Ancelotti. Ma il tecnico dei bavaresi aveva già avuto modo di recriminare per il cartellino rosso mostrato a Vidal nei minuti finali del secondo tempo, risultato di una somma di ammonizioni dopo un fallo che però non esiste. Le immagini televisive chiariscono infatti che il tackle del cileno su Asensio va a colpire con precisione il pallone e non l’avversario. Ma la serataccia di Kassai non è finita qui, perché al minuto 109 Ronaldo segna ancora, di nuovo in fuorigioco: la rete del 3-2 viene assegnata dall’arbitro senza battere ciglio. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, anche se i più scatenati nelle lamentele non sono i giocatori del Bayern, bensì quelli del Barcellona.

'SEMPRE A LORO' - Comincia l’ex blaugrana Claudio Bravo, portiere cileno passato in estate al Manchester City, che dopo l’espulsione del connazionale Vidal accusa su Twitter gli arbitri di essere “tutti ciechi”. Un cinguettio avvelenato, come quello di Gerard Piqué, che si limita a condividere tre puntini di sospensione dopo la doppietta di CR7. E poco importa se dalla Francia qualcuno gli ricorda, giustamente, gli episodi da moviola in Barcellona-PSG 6-1 (rigore non concesso per fallo su Di Maria e fischiato invece al tuffatore Suarez). Niente da fare, dalla Catalogna gli “aiutini” al Real Madrid non vanno giù proprio a nessuno. Per qualche minuto pure la pagina Wikipedia di Kassai viene modificata, indicando l'arbitro come "l'MVP di Real-Bayern". Un nervosismo che si potrebbe quasi tradurre con “Sempre a loro”, parafrasando un giovane portiere furioso all’uscita dallo Juventus Stadium. Ma c’è poco da scherzare. Perché fin dallo show dell’arbitro Ovrebo in Chelsea-Barça del 2009, semifinale letteralmente “rubata” dai catalani ai danni dei Blues (tre rigori netti non concessi ai padroni di casa, di cui uno clamoroso per fallo di mano in area di Piqué), la storia ha visto ripetuti episodi favorevoli agli spagnoli. Tanto da spingere a coniare il nomignolo, squisitamente madridista, di “Uefalona”. Puro complottismo, com’è ovvio. Eppure anche gli errori di ieri sera pro Zidane spingono a riflettere.

Sì, i club iberici sono nettamente i più forti e attrezzati da diversi anni a questa parte: lo dimostrano le cinque presenze di squadre spagnole nelle ultime tre finali di Champions. Ma la sensazione è che stasera, in Barcellona-Juventus, anche l’arbitro Kuipers sarà chiamato ad una prova da campione.

@mcarapex