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Dalla Juve Under 23 alla Nazionale... all'Argentina di Messi. E' un sogno, ma è anche realtà. Trequartista classe 2003, dopo Under 17 e Primavera, si è preso sulle spalle anche l'Under 23 e la guida in Serie C. Talento con il numero 10, come i suoi idoli, con cui potrà condividere un paio di settimane di ritiro: Dybala, che già vede alla Continassa, e proprio Leo Messi. Lionel Scaloni, c.t. dell’Argentina, lo ha convocato per le partite di qualificazione mondiale contro Uruguay e Brasile, e ora sogna in grande. Chi osserva la Juve da vicino, Soulé lo conosce già da qualche tempo: dribbling, mancino, qualità e tanta voglia di imporsi. Un giocatore un po’ alla Di Maria, sulle movenze e nel fisico. Sia esterno d’attacco, sia trequartista, con un futuro da mezz'ala? Forse, per il suo agente è possibile. Con la prima squadra ha giocato in amichevole contro Cesena, Monza e Alessandria, si allena spesso e aspetta la chiamata di Max Allegri, che già lo ha portato in panchina per Napoli—Juve, e presto o tardi lo farà esordire. 

IL PASSAPORTO - La Juve si è mossa appena ne ha avuto la possibilità e ha potuto prenderlo a 16 anni grazie al passaporto italiano della mamma, che di cognome fa Malvano e ha radici nella zona di Pavia. Qui c'è l'altro motivo della sua convocazione: talento sì, ma in prospettiva. Per la Nazionale maggiore forse è presto, ma Scaloni vuole vederci chiaro e, soprattutto, bloccarlo. Il ct ha chiamato tanti giovani - Thiago Almada, Medina, Zeballos, Gomes Gerth - ma dietro la chiamata di Soulé c'è anche la concorrenza azzurra. C'è stato e c'è l’interesse della Figc. Come scrive la Gazzetta: "Tentativo chiaro: capire che cosa pensassero i Soulé della convocazione nella nazionale italiana. Scaloni cancella ogni dubbio ma Matias, che ha ampia personalità per prendere decisioni del genere, aveva già un’idea: niente Italia, si sente argentino e nell’Argentina vuole giocare. Al punto che agli amici, qualche mese fa, faceva una previsione a metà tra l’ambizioso e lo sbruffone: «Ora voglio giocare con Messi in nazionale». Pensavano scherzasse".