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Lo avevano minacciato, tre volte, durante la gara di boxing-day a S.Siro, ma poi non lo fecero. Adesso però allenatori e giocatori, col sostegno dell'intera società Napoli, sembrano determinati ad attuarlo sul serio. Ovvero: uscire dal campo nel caso in cui, durante le prossime partite, ci saranno di nuovo cori o ululati razzisti rivolti ai propri tesserati di colore. Ragionevolmente, a partire dalla prossima trasferta, guarda la fatalità, di nuovo a Milano, stavolta contro il Milan.
 
Non sappiamo se a suggerire di adottare la linea dura sia stato il sindaco De Magistris, già nel gruppo dei primi cittadini dissidenti nei confronti del vicepremier/ministro Salvini, che ha dichiarato di essere contro la sospensione delle partite, oppure se è una decisione spontanea della squadra, o un'idea di De Laurentiis.
 
Mi pongo solo una domanda: al Napoli sanno che, se abbonderanno il campo arbitrariamente, perderanno in automatico la gara per 3-0? Oppure pensano che la giustizia sportiva gliela dia vinta a tavolino, in una ulteriore, bizzarra e esclusiva interpretazione della responsabilità oggettiva? 
 
Perdonatemi, ma mi aspetto di tutto. Sarà l'effetto Calciopoli. O sarà che la Procura federale batte bandiera azzurra.
 
Con tutta la solidarietà possibile nei confronti di Koulibaly e di tutti gli altri giocatori di colore (i buuu sono sempre incivili & immondi), ma non è che a Napoli insistono sulla voce razzismo per togliere attenzione sulle "bravate" della propria tifoseria, non proprio così pacifica e folkloristica come vorrebbero dipingerla?
 
Gli 81.500 euro di multe pagate solo in questa stagione dal club partenopeo per atti violenti e lancio di oggetti/petardi allo stadio sono lì a dimostrarlo. Ben 60mila euro in più della Roma, seconda nella speciale classifica delle sanzioni comminate dalla giustizia sportiva. I cattivoni, barbari, razzisti, discriminatori juventini sono solo quinti (10mila euro). 
 
81.500 euro di multe, ai quali va aggiunto pure un morto (l'interista Belardinelli) travolto proprio da dei tifosi napoletani con un Suv, nella stessa sera dei cori razzisti contro Koulibaly.
 
Però il dito di Napoli è puntato sempre contro gli altri. E' c'è pure chi ha scritto che tutti ce l'hanno coi napoletani, li hanno presi di mira. 
 
E poi c'è un altro aspetto.
 
Siamo tutti Koulibaly, ma non siamo nemmeno tutti così ingenui. Il razzismo è una cosa seria, da combattere e possibilmente sconfiggere, ma una squadra seconda in classifica che decide arbitrariamente di perdere altri possibili punti in classifica per portare avanti una battaglia civile, nobile e giusta quanto si vuole, ma a proprio danno, scusate, vi sembra normale? 
 
A pensar male si fa peccato, però 'sta storia non mi convince del tutto. A Napoli sanno benissimo che le partite può fermarle solo l'arbitro su richiesta del rappresentante di pubblica sicurezza presente sul campo. Nessun altro. 
 
A meno che anche le future mancate sospensioni delle partite, seppur sollecitate da Ancelotti e squadra, non si trasformino in un alibi per innescare altre polemiche e urlare all'ennesimo complotto perpetrato nei confronti del Napoli.
 
Oppure è tutto un bluff: lo dicono, ma non si fermeranno mai, e allora stiamo parlando del nulla.