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Contro il Villarreal, Vlahovic ha ricevuto dai compagni due palloni. Due palloni giocabili, sia chiaro: gli assist sono un’altra cosa. Il primo pallone, dopo una trentina di secondi, l’ha ammaestrato e messo all’angolo opposto (di destro) da campione assoluto; il secondo, nel finale, è stato neutralizzato da Rulli solo grazie a una bella parata controtempo. In mezzo a queste due occasioni - che Vlahovic si è inventato, lo ripetiamo, e non sono state certamente frutto del gioco - il giovane centravanti è stato abbandonato a se stesso dalla Juve. Una squadra brutta. Troppo, per un campione così.

Alla fine della partita, Allegri ha spiegato che preferisce una Juve brutta e vincente a una “bellina” (come si dice in Toscana) e perdente. Ha forse dimenticato che a Vila-Real i bianconeri sono stati sì brutti, ma non vincenti, visto che la partita è finita 1-1. In generale, il senso di Max per il successo è straordinario, non a caso ha conquistato un’infinità di titoli. Ma ci è sempre arrivato esaltando le qualità di campioni fantastici, Chiellini e Pirlo, Pogba e Bonucci, Higuain e Dybala, Mandzukic e Tevez. Quasi mai le sue squadre si sono esaltate attraverso il gioco, infatti è stato mandato via - e sostituito prima con Sarri e poi con Pirlo - proprio per questo motivo. Ora che di campioni nella Juve ce ne sono molti di meno, e per emergere occorrerebbe una squadra con un’identità, Allegri non propone una Juve accettabile.

In questa Juve, Vlahovic rischia di essere una risorsa straordinaria ma sprecata. Per carità, è destinato a segnare i suoi (tanti) gol, ma quanti potrebbe realizzarne se fosse il terminale offensivo di una squadra che funziona? E soprattutto, quali benefici potrebbe trarne la Juve se lo utilizzasse al massimo delle sue potenzialità, rifornendolo di occasioni con continuità anziché obbligandolo a accontentarsi di un pallone e mezzo in una partita intera?

@steagresti