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"Anche la ricerca famelica degli interessi personali, a scapito di quelli collettivi, a un certo punto trova davanti a sé un muro. Sul quale rischiano di sbattere club e dirigenti (come la Juve e Agnelli) abituati ad agire con spregiudicatezza, arrivando a tradire non solo rapporti di fiducia e amicizia (e fin qui siamo nei giudizi etici e morali), ma anche gli obiettivi che ruoli o deleghe prevedono (e qui si entra nelle possibili cause in tribunale con richieste di risarcimenti)". Un duro passaggio a commento della situazione Superlega, riportato sulla Gazzetta dello Sport. La rosea in edicola oggi prosegue anche: "E ora molte società pensano di aver capito il perché: rinunciare ai Fondi per abbracciare un progetto in grado di risolvere meglio i problemi della Juve e a cascata delle altre due big, Inter e Milan (anche se il club rossonero è rimasto favorevole ai Fondi). Qualora questi sospetti trovassero consistenza, ce ne sarebbe abbastanza per valutare se certi incarichi siano stati svolti con lealtà o invece condizionati da conflitti di interessi passibili di azioni legali".